“Ci sono decenni in cui non accade nulla. E poi settimane in cui accadono decenni”.
E la settimana appena trascorsa è proprio una di quelle, tra summit e incontri per discutere di pace in Ucraina.
Tutte le strade portano allo Studio Ovale, si potrebbe ormai affermare, in quanto non vi sarà pace che non passi attraverso trattative con gli Stati Uniti.
Tuttavia, durante questa settimana, la mediazione è stata messa a repentaglio e la diplomazia ha tremato. Ma andiamo con ordine.
Lunedì 24 febbraio Trump ha ricevuto la visita del Presidente francese Macron. Tema al centro del confronto il destino dell’Ucraina. Il linguaggio è diplomatico, ma il messaggio è chiaro: «Questa guerra ci costa un sacco di soldi», ha affermato Macron, «e la responsabilità è della Russia, perché l’aggressore è la Russia», ha incalzato. Arriva subito la precisazione di Trump, che sottolinea «l’Europa sta prestando i soldi all’Ucraina» ma «li otterrà indietro». Qui l’interruzione del leader francese al tycoon: «No», «A dire il vero, noi abbiamo pagato il 60% dello sforzo totale in prestiti, garanzie, sovvenzioni», come riporta il Guardian.
Giovedì 27 è stata invece la volta di Keir Starmer. La Gran Bretagna ha chiesto una protezione statunitense per i paesi europei, almeno aerea, contro gli attacchi russi. Tuttavia, specifica la BBC, non è stata fatta nessuna offerta a riguardo, mentre la presenza di truppe statunitensi in Ucraina è prevista, ma solo per l’estrazione delle terre rare. E proprio su questo avrebbero dovuto discutere Trump e Zelensky venerdì 28, in un incontro che ha lasciato il mondo attonito. Dopo una fase di apparente cordialità, la situazione è precipitata con un’allusione di Vance alla «diplomazia» che porterà «pace e prosperità» per l’Ucraina, un riferimento all’apertura del dialogo tra Trump e Putin su un rapido cessate il fuoco chiesto dal tycoon, come riporta la BBC. Zelensky ha fatto presente che nessuno aveva mai fermato le aggressioni russe precedenti la totale invasione, e ha chiesto a Vance di quale diplomazia parlasse. Da qui una serie di accuse della controparte al presidente ucraino, che non sarebbe «grato» agli Stati Uniti, mentre starebbe «giocando con la Terza Guerra Mondiale». Il punto, secondo la BBC, è che Zelensky avrebbe centrato l’errore di calcolo di Trump nei suoi rapporti con la Russia: accontentare Putin non farebbe che aumentare il suo potere, indebolire l’Europa e consegnare l’Ucraina nelle sue mani. Il risultato? Anche gli statunitensi «risentiranno dei problemi di questa guerra, in futuro». Quest’ultima affermazione di Zelensky ha provocato la reazione più forte nel tycoon, che ha attaccato «non dirci come ci sentiremo, non sei nella posizione per farlo». Poi l’insulto al Presidente Biden, che Trump ha definito «stupido» per i 350 miliardi di aiuti dati all’Ucraina, e le accuse di Vance a Zelensky di aver parteggiato per l’opposizione.
Dopo l’incontro, la Casa Bianca ha fatto sapere che quest’ultimo «non è pronto per la pace» e che «potrà tornare quando lo sarà».
Mala tempora currunt, e scendere a compromessi per una formula di pace adesso sembra quasi pionieristico.