Il 19 marzo 2025, la polizia turca ha arrestato Ekrem İmamoğlu, sindaco di Istanbul, ex imprenditore e figura di spicco del Partito Repubblicano del Popolo (CHP), principale oppositore del presidente Recep Tayyip Erdoğan. L’operazione, che ha coinvolto oltre 100 persone tra cui funzionari comunali, giornalisti e politici locali, ha suscitato forti reazioni di indignazione sia a livello nazionale che internazionale.
Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian, l’arresto è stato preceduto dalla decisione dell’Università di Istanbul di annullare il diploma di laurea di İmamoğlu, citando presunti vizi formali nel suo trasferimento nel 1990 da un’università privata di Cipro del Nord. La revoca del titolo lo esclude automaticamente dalla corsa presidenziale, poiché la legge turca richiede una laurea per candidarsi. İmamoğlu ha definito questa azione “illegale” e ha respinto le accuse, sostenendo che si tratti di una mossa politica priva di fondamento giuridico.
Il sindaco è indagato per corruzione, manipolazione di appalti pubblici e presunti legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), considerato un’organizzazione terroristica in Turchia. Il ministro della Giustizia Yılmaz Tunç, citato dal quotidiano turco Hürriyet, ha dichiarato che l’indagine si basa su prove concrete. Tuttavia, l’opposizione ritiene che si tratti di una strategia per neutralizzare un pericoloso rivale politico di Erdoğan.
L’arresto ha avuto gravi conseguenze economiche: la lira turca ha perso il 10% del suo valore rispetto all’euro e al dollaro, mentre la Borsa di Istanbul ha sospeso le contrattazioni due volte in un giorno dopo un calo del 6,87%. Nel frattempo, il governo ha imposto restrizioni sulle manifestazioni pubbliche e limitato l’accesso ai social media, tra cui X, YouTube, Instagram e TikTok, come segnalato dall’osservatorio NetBlocks, e riportato da France24.
Nella stessa giornata del 19 marzo, centinaia di manifestanti sono scesi in piazza a Istanbul per protestare contro l’arresto di İmamoğlu. La polizia ha adottato misure per disperdere la folla, incluso l’uso di spray urticante.
La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per le implicazioni dell’arresto, con paesi come Francia e Germania che temono che la repressione dell’opposizione possa minacciare ulteriormente la tenuta della democrazia in Turchia.
L’episodio si inserisce in un contesto politico già teso, con una crescente richiesta di elezioni anticipate. Molti analisti, come scrive Politico, interpretano l’arresto come un tentativo di ostacolare la carriera politica di İmamoğlu, considerato uno dei principali candidati del CHP per le presidenziali del 2028.
La situazione rimane in evoluzione e potrebbe avere ripercussioni sia sulla politica interna turca che sui negoziati in corso per l’adesione della Turchia all’Unione Europea.