mercoledì, 2 Aprile 2025
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I fratelli Tate tornano in Romania: «Dimostreremo la nostra innocenza»

Gli influencer, accusati di tratta di esseri umani e altri reati, rientrano a Bucarest per presentarsi in tribunale. Ma il loro ritorno solleva interrogativi su giustizia e possibili pressioni politiche.

Andrew e Tristan Tate sono due fratelli che, negli ultimi anni, hanno acquisito una vasta notorietà online grazie ai loro contenuti provocatori e alle loro opinioni controverse. Andrew, ex kickboxer e imprenditore, si è autodefinito un “misogino” e ha costruito un impero mediatico basato su corsi di auto-miglioramento e uno stile di vita ostentato. Tuttavia, la loro fama è stata offuscata da gravi accuse legali, che li hanno visti coinvolti in un’indagine per tratta di esseri umani e sfruttamento sessuale in Romania. Andrew Tate è inoltre accusato di stupro.

Secondo quanto riportato dalla BBC, i fratelli Tate sono rientrati in Romania dopo un periodo trascorso negli Stati Uniti per affrontare il processo che li vede imputati. Sebbene le restrizioni di viaggio imposte loro siano state revocate, restano sotto controllo giudiziario e sono obbligati a presentarsi regolarmente alle autorità.

Di fronte alla loro residenza a Bucarest, Andrew Tate ha dichiarato: «Gli uomini innocenti non scappano da niente», sottolineando la volontà di difendersi nelle sedi opportune. Ha poi aggiunto: «Siamo qui per dimostrare la nostra innocenza». Secondo quanto riferito dalla BBC, i fratelli si presenteranno agli uffici giudiziari per adempiere agli obblighi legali derivanti dal procedimento in corso.

Durante il loro soggiorno negli Stati Uniti, Andrew Tate ha aggiornato i suoi oltre dieci milioni di follower su X, affermando di aver speso 185.000 dollari per un volo privato con l’unico scopo di “firmare un singolo pezzo di carta” in Romania. Nonostante il viaggio, i due hanno ribadito più volte il loro legame con il paese, dichiarando di non volerlo abbandonare definitivamente, pur concedendosi delle pause se lo riterranno opportuno.

Il loro ritorno ha acceso il dibattito su possibili influenze politiche dietro la loro libertà di movimento. Alcune presunte vittime hanno espresso preoccupazione per un possibile allentamento delle misure restrittive, temendo che fattori esterni possano influenzare l’iter giudiziario. Tuttavia, Andrew Tate ha respinto con fermezza queste ipotesi, affermando: «Non c’è alcuna pressione americana, c’è solo lo stato di diritto».

Le vicende giudiziarie dei due fratelli non si limitano alla Romania. Nel Regno Unito sono sotto inchiesta per violenza sessuale e tratta di esseri umani. Inoltre, sono stati accusati di evasione fiscale: un tribunale britannico ha stabilito che oltre 2 milioni di sterline potranno essere sequestrati loro per tasse non pagate su un patrimonio di 21 milioni di sterline accumulato tramite le loro attività online. Andrew Tate ha definito la sentenza un «attacco coordinato», rigettando ogni accusa.

Il caso continua a dividere l’opinione pubblica. C’è chi ritiene che i Tate siano vittime di un sistema ostile e chi, invece, sostiene che debbano rispondere delle accuse senza alcun favoritismo. In un contesto di crescente attenzione mediatica e giudiziaria, resta da vedere quali saranno le prossime mosse della magistratura e quale impatto avranno sul destino dei due fratelli.

Angelica Di Carlantonio
Studentessa della facoltà di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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