mercoledì, 16 Aprile 2025
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Una terza opzione di genere: la proposta di Sumar scuote il dibattito identitario in Spagna

Il partito di sinistra chiede il riconoscimento legale delle persone non binarie e maggiori tutele per gli intersessuali, proponendo una revisione della Legge 4/2023

Un passo in avanti verso il riconoscimento giuridico di identità di genere finora ignorate: è questo l’obiettivo della nuova proposta legislativa presentata da Sumar al Congresso dei Deputati spagnolo. Come riportato da El País, la formazione di sinistra – parte della coalizione di governo – ha chiesto una modifica sostanziale della Legge 4/2023, meglio conosciuta come “legge trans”, affinché vengano esplicitamente incluse e protette anche le persone non binarie e intersessuali.

La proposta, firmata dalla portavoce Verónica Martínez Barbero e da tre deputate del partito, intende modificare quindici articoli della legge in vigore, colmando una lacuna che, secondo i promotori, compromette il diritto all’autodeterminazione per migliaia di cittadini. Tra le misure chiave, spicca l’introduzione di una terza opzione di genere – «non binaria» – da indicare nel Documento Nacional de Identidad e nel passaporto, accanto alle tradizionali categorie «uomo» e «donna».

«La legge attuale ha rappresentato un importante progresso, ma resta incompleta», ha dichiarato Martínez Barbero, evidenziando come il binarismo di genere imposto per legge finisca per silenziare e marginalizzare chi non vi si riconosce. Secondo Sumar, il mancato riconoscimento ufficiale ostacola l’accesso a servizi essenziali e apre la porta a nuove forme di discriminazione, non solo burocratica ma anche sociale e sanitaria.

A sostegno della proposta, il partito cita dati significativi: uno studio condotto in Spagna (Transaludes) rivela che le persone trans e non binarie hanno fino a sedici volte più probabilità di soffrire di depressione rispetto alla media, e undici volte in più nel caso dell’ansia. Un’altra indagine, promossa dall’associazione No Binaries España, parla di violenza medica e bullismo scolastico come esperienze comuni per oltre la metà del campione.

Ma la proposta di legge non si limita all’identità di genere: al centro vi sono anche i diritti delle persone intersessuali, ossia coloro che nascono con caratteristiche sessuali atipiche. La pratica – tuttora diffusa – di sottoporre questi bambini a interventi chirurgici “normalizzanti” senza consenso è definita una violazione dei diritti fondamentali. Per questo, il testo chiede di vietare tali interventi nei minori di 12 anni; riconoscere risarcimenti a chi li ha subiti in passato e promuovere una cultura del rispetto della diversità corporea.

Non manca, infine, una riflessione politica. Secondo l’autore Daniel Valero, il riconoscimento delle identità non binarie rappresenta una minaccia all’ordine patriarcale e al sistema monosexista: «Le persone non binarie sono al genere ciò che la bisessualità è all’orientamento: una minaccia all’ordine imposto dal sistema». E conclude: «È una realtà che, come quella trans, ridefinisce il modo in cui il mondo comprende il sistema sesso-genere».

Angelica Di Carlantonio
Studentessa della facoltà di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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