Dal 12 aprile, i viaggiatori britannici provenienti da paesi dell’Unione Europea non potranno più portare con sé carne o latticini al loro rientro nel Regno Unito. Una decisione, riportata dal The Guardian, che rischia di deludere molti turisti britannici abituati a tornare a casa con salumi locali, formaggi artigianali e altre specialità gastronomiche scoperte durante le vacanze sul continente.
La nuova normativa, entrata in vigore sabato 12 aprile, vieta l’introduzione nel territorio britannico di prodotti a base di carne bovina, ovina, caprina e suina, così come latte e derivati, anche se destinati all’uso personale. Il provvedimento si inserisce in una strategia di prevenzione contro la febbre aftosa (FMD), una malattia virale altamente contagiosa che colpisce gli animali a zoccolo fesso, come bovini, maiali e cervi. Attualmente il virus non è presente nel Regno Unito, ma l’aumento dei focolai in vari Paesi europei ha spinto le autorità britanniche ad adottare misure più rigide per proteggere la propria filiera agroalimentare.
Il Dipartimento per l’Ambiente, l’Alimentazione e gli Affari Rurali (Defra) ha dichiarato che l’aumento dei casi in Europa rappresenta «un rischio significativo per le aziende agricole e il bestiame». Le conseguenze economiche potrebbero essere gravi: «riduzione della produzione, perdita di accesso ai mercati esteri e ingenti costi per contenere l’epidemia».
Secondo quanto riferito dal The Guardian, le restrizioni si applicano ai viaggiatori in ingresso in Gran Bretagna, ma non coinvolgono l’Irlanda del Nord, né i territori di Jersey, Guernsey e Isola di Man. Non sono ammesse eccezioni nemmeno per i classici panini al prosciutto o al formaggio, che saranno confiscati alla dogana se trovati. Sono previste tuttavia deroghe per quantità limitate di latte per neonati, alimenti medici e alcuni prodotti composti come cioccolato, biscotti, pane e pasta.
Daniel Zeichner, ministro per la sicurezza alimentare e gli affari rurali, ha affermato: «Faremo tutto il necessario per proteggere gli agricoltori britannici dalla febbre aftosa».
Anche Jorge Martin-Almagro, vice capo veterinario del Regno Unito, ha sottolineato l’importanza delle misure di biosicurezza già adottate, invitando gli allevatori a segnalare tempestivamente eventuali sintomi sospetti.
Chi trasgredisce rischia una multa fino a 5.000 sterline e il sequestro dei prodotti incriminati alla frontiera.