venerdì, 2 Maggio 2025
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Governo Trump, atto secondo: sicurezza, confini e potere

A cento giorni dall’insediamento per il suo secondo mandato, l’amministrazione Trump imprime un’impronta chiara alla nuova agenda politica.

L’amministrazione repubblicana, tornata alla Casa Bianca con una maggioranza parlamentare risicata ma determinata, ha inaugurato una stagione di misure aggressive che stanno già producendo effetti profondi e controversi, tanto sul piano interno quanto su quello globale. Tra i dossier più caldi, le politiche migratorie stanno attirando l’attenzione — e le critiche — di osservatori e attivisti per i diritti umani.

Secondo quanto riportato da The Guardian, l’agenzia federale ICE (Immigration and Customs Enforcement) ha avviato una nuova strategia per perseguire penalmente o deportare minori migranti non accompagnati. Una misura che, pur non formalizzando una separazione familiare come nel primo mandato di Trump, di fatto rischia di produrre lo stesso effetto: allontanare bambini e adolescenti dai pochi riferimenti familiari presenti negli Stati Uniti. Le procedure, rivelate da fonti interne e documenti riservati ottenuti dal quotidiano britannico, sembrano puntare a una stretta senza precedenti sull’immigrazione irregolare, nel nome della “sicurezza nazionale”.

«Quello che stiamo vedendo è una politica di deterrenza travestita da burocrazia», ha dichiarato a The Guardian un funzionario dell’amministrazione precedente rimasto anonimo. L’opinione pubblica è divisa: da un lato, c’è chi considera queste misure un atto necessario per ripristinare l’ordine ai confini; dall’altro, chi le giudica disumane, inefficaci e legalmente discutibili.

Sul fronte economico, Trump ha avviato una nuova ondata di dazi contro Cina ed Europa, rilanciando una politica protezionista che — sebbene appaia coerente con il suo slogan “America First” — sta già innescando frizioni commerciali e instabilità nei mercati. L’industria automobilistica e quella agricola, in particolare, temono contraccolpi pesanti in termini di esportazioni e competitività.

In politica estera, la rotta è altrettanto turbolenta. Le relazioni con l’Unione Europea si sono raffreddate dopo l’annuncio del disimpegno statunitense da alcuni accordi multilaterali, mentre l’atteggiamento ambiguo verso Mosca ha riaperto il dibattito sulla posizione degli Stati Uniti nel conflitto ucraino. Intanto, Trump guarda al 2026 con l’obiettivo di riformare radicalmente l’apparato federale, promettendo un “nuovo ordine americano” che però spaventa alleati storici e divide l’opinione pubblica interna.

Se questi primi 100 giorni rappresentano un’anteprima, il secondo mandato Trump si preannuncia come uno dei più polarizzanti della storia americana recente. Resta da capire se l’approccio del tycoon porterà risultati concreti o se, al contrario, approfondirà le fratture già esistenti in un Paese sempre più in bilico tra autoritarismo e democrazia.

Angelica Di Carlantonio
Studentessa della facoltà di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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