venerdì, 9 Maggio 2025
HomeNotizie dal mondoGiovani e difesa: la Francia pensa a un servizio nazionale obbligatorio

Giovani e difesa: la Francia pensa a un servizio nazionale obbligatorio

Una proposta strategica riaccende la riflessione sul ruolo civico-militare delle nuove generazioni.

Un documento strategico del Haut-Commissariat au Plan rilancia in Francia il dibattito su un possibile servizio nazionale obbligatorio per i giovani. La proposta, presentata il 5 maggio da Clément Beaune, nuovo responsabile dell’ente e già figura di spicco dell’esecutivo francese, esplora diversi scenari di rafforzamento dell’impegno civico e militare delle nuove generazioni. Come riportato da Le Monde, il documento “flash” redatto dall’Haut-Commissariat au Plan propone ipotesi concrete e stime quantitative per l’introduzione di una forma di servizio “civilo-militaire”, come risposta al crescente clima di tensione internazionale.

Il progetto si colloca nel solco del Service national universel (SNU), lanciato nel 2019 su iniziativa del presidente Emmanuel Macron, ma mai pienamente attuato. L’obiettivo iniziale era ambizioso: offrire a ogni giovane francese un’esperienza formativa collettiva centrata su cittadinanza, coesione nazionale e sensibilizzazione ai temi della difesa. Tuttavia, a quasi sei anni dalla sua creazione, il SNU non è riuscito a coinvolgere un’intera classe d’età, né a imporsi come momento chiave di passaggio all’età adulta.

L’iniziativa di Beaune, considerato vicino all’Eliseo, mira a superare queste criticità, proponendo un modello potenziato e più strutturato, che contempli forme obbligatorie e coordinate di partecipazione civile e militare. La sua uscita pubblica non è casuale: arriva in vista delle commemorazioni per l’80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, che si terranno l’8 maggio, e precede di pochi giorni gli annunci attesi di Macron sulla riforma globale del SNU.

La proposta si inserisce anche in una più ampia tendenza europea. Paesi come la Svezia, la Lettonia e la Lituania hanno già reintrodotto o rafforzato la leva militare, mentre altri – tra cui la Germania – stanno discutendo soluzioni ibride tra servizio civile e difesa. La guerra in Ucraina ha riacceso riflessioni, da tempo sopite, sulla necessità di rafforzare il lien armée-nation, espressione frequentemente utilizzata in Francia per indicare il legame tra le forze armate e la società civile.

Il documento del Haut-Commissariat non fissa un modello unico, ma delinea opzioni che vanno da un servizio breve e intensivo fino a formule più flessibili, con percorsi differenziati tra ambito civile e militare. L’intento è duplice: rafforzare la resilienza nazionale e offrire ai giovani un’occasione strutturata di formazione civica, tecnica e valoriale.

Se e come questa proposta verrà accolta resta da vedere. Ma l’apertura del dibattito – accompagnata da dati, scenari e un’agenda politica precisa – segna un passo deciso verso una nuova concezione del servizio alla Repubblica, in un’epoca in cui l’identità nazionale si misura sempre più anche nella capacità di rispondere collettivamente alle sfide globali.

Angelica Di Carlantonio
Studentessa della facoltà di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
RELATED ARTICLES

In evidenza

I più letti