venerdì, 16 Maggio 2025
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La svolta di Los Angeles: i fratelli Menendez di nuovo in bilico sulla libertà

Dopo oltre trent’anni di carcere, la sentenza di un giudice di Los Angeles apre la strada al possibile rilascio di Erik e Lyle Menendez, in un caso che continua a dividere l’opinione pubblica.

Martedì 13 maggio 2025, la Corte Superiore della Contea di Los Angeles ha ridotto la pena di ergastolo senza libertà condizionale inflitta a Erik e Lyle Menendez, rendendoli eleggibili per la libertà vigilata a partire dal prossimo mese. A pronunciarsi è stato il giudice Michael Jesic, che ha deciso di commutare la pena originaria in “50 anni a vita” dopo aver preso atto delle testimonianze sul percorso di rieducazione e servizio alla comunità intrapreso dai due detenuti negli ultimi tre decenni.

Il caso Menendez è balzato agli onori delle cronache nel 1989, quando i fratelli — all’epoca 18 e 21 anni — furono accusati di aver ucciso a colpi di fucile i propri genitori, José e Kitty Menendez, nella sontuosa villa di Beverly Hills. I due hanno sempre sostenuto di aver agito per difendere sé stessi da presunti abusi sessuali subiti in famiglia, tesi respinta dai giurati che li hanno condannati all’ergastolo nel 1996. Un processo che rimane uno dei più discussi nella storia giudiziaria statunitense, alimentato anche da documentari e fiction Netflix che hanno riacceso l’attenzione mediatica.

Durante l’udienza per la riformulazione della pena, familiari, operatori carcerari e persino un ex magistrato della Florida hanno testimoniato a favore dei fratelli Menendez, illustrando le attività educative e sociali da loro promosse in carcere: dalle iniziative di assistenza ai detenuti anziani gravemente malati, fino alla creazione di laboratori di supporto psicologico. La difesa, secondo quanto riporta la BBC, ha evidenziato come i fratelli abbiano completato corsi universitari e dimostrato «rimorso sincero» per l’accaduto, mentre il giudice Jesic ha definito il loro comportamento «notevole» benché abbia sottolineato che la sentenza originale era «giustificata» ai sensi delle norme vigenti al momento della condanna.

Nel corso dell’udienza, Erik Menendez ha preso la parola, confessando: «Dovevo smettere di essere egoista e immaturo per comprendere davvero ciò che i miei genitori hanno provato in quegli ultimi istanti». Anche Lyle, la cui voce si è incrinata durante il discorso, ha chiesto perdono ai familiari, riconoscendo di averli «forzati» in un «faro di umiliazione pubblica». Entrambe le dichiarazioni hanno contribuito a stemperare la durezza delle critiche rivolte ai due fratelli, benché i pubblici ministeri abbiano ribadito che non possono essere ignorati i «numerosi inganni» propinati in tutti questi anni.

La palla passa ora alla Commissione per la libertà vigilata della California, che il 13 giugno 2025 terrà l’udienza decisiva per valutare il rilascio condizionato di Erik e Lyle. Parallelamente, il governatore Gavin Newsom sta esaminando una richiesta di clemenza che potrebbe tradursi in una riduzione ulteriore della pena o in un perdono totale. Se approvata, la decisione sancirebbe la conclusione di un capitolo lungo e controverso, segnando un nuovo punto di svolta in una vicenda che continua a catturare l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori.

Angelica Di Carlantonio
Studentessa della facoltà di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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