Una delle più vaste e importanti aree protette dell’Africa, la riserva di Niassa in Mozambico, è stata recentemente scossa da una serie di attacchi da parte di estremisti legati allo Stato Islamico, con un bilancio tragico di almeno 10 vittime e numerosi feriti e dispersi. A riportare l’accaduto è il The Guardian. I raid armati hanno interrotto bruscamente le attività di conservazione ambientale e stanno mettendo in serio pericolo vent’anni di sforzi per proteggere alcune delle specie più iconiche e minacciate del continente.
Il 29 aprile, un gruppo di militanti ha attaccato degli edifici nella riserva, uccidendo due scout anti-bracconaggio e ferendone gravemente un altro, mentre due risultano ancora dispersi. L’attacco, rivendicato dallo Stato Islamico del Mozambico, segue di pochi giorni un altro assalto in un vicino campo safari, dove due persone sono state brutalmente decapitate e sei soldati sono morti.
Secondo i gruppi locali e le organizzazioni ambientaliste, la violenza ha costretto all’evacuazione un intero villaggio di circa 2.000 abitanti, mentre tutte le attività turistiche e di conservazione sono state sospese. Colleen Begg, direttrice del Niassa Carnivore Project, ha sottolineato come l’ondata di terrore stia minando profondamente la fiducia delle comunità locali, oltre a paralizzare il lavoro degli operatori sul campo: “Gli attacchi sono brutali. C’è un’enorme paura tra la popolazione”, ha dichiarato.
La riserva di Niassa copre un’area di 4,2 milioni di ettari, pari all’estensione della Svizzera. È uno degli ultimi luoghi in Africa dove le grandi popolazioni di leoni, elefanti, licaoni africani e altre specie possono vivere in libertà, senza recinzioni artificiali. Il sogno di vederla riconosciuta come patrimonio dell’umanità dell’UNESCO sembra oggi più lontano che mai.
Lo Stato Islamico del Mozambico, conosciuto localmente come al-Shabaab (da non confondere con l’omonimo gruppo somalo), è emerso nel 2017 ed è responsabile dello sfollamento di oltre un milione di persone nel nord del paese. Nonostante gli sforzi dell’esercito mozambicano e le operazioni militari internazionali, il gruppo continua a operare in maniera letale nella provincia di Cabo Delgado, dove si trova la riserva di Niassa.
Dopo gli attacchi, nove campi di conservazione e safari sono stati abbandonati, uno dei quali completamente distrutto. Begg ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale affinché si intervenga per ristabilire la sicurezza nella regione: “Senza pace non è possibile coltivare, raccogliere miele o portare avanti il lavoro di conservazione. È una situazione devastante.”
Il futuro della riserva di Niassa e della sua straordinaria biodiversità dipenderà dalla capacità di garantire stabilità e sicurezza in una delle ultime grandi terre selvagge del continente africano.