Il Ministero della Salute del Malawi ha confermato tre nuovi casi di mpox, nota anche come vaiolo delle scimmie, nella capitale Lilongwe, portando il numero totale a 11 dall’inizio dell’epidemia nel Paese, registrata per la prima volta lo scorso aprile. A riportare la notizia è il The Guardian. Questo evento rappresenta un nuovo campanello d’allarme per il fragile sistema sanitario nazionale, già gravemente colpito da tagli ai finanziamenti internazionali e da una carente infrastruttura sanitaria.
Il Malawi è tra i 16 Paesi africani che stanno affrontando focolai di mpox in un contesto di mancanza di vaccini, limitata capacità per effettuare test diagnostici e strutture ospedaliere sotto pressione. L’Istituto di Sanità Pubblica ha segnalato che i pazienti colpiti hanno tra i 17 e i 41 anni, e le indagini epidemiologiche sono in corso per rintracciare la fonte dell’infezione e i contatti stretti.
Le preoccupazioni aumentano in relazione al legame tra mpox e HIV. Alcuni pazienti risultano immunodepressi, e molti di loro hanno dovuto interrompere le cure antiretrovirali a causa della carenza di farmaci, diretta conseguenza dei tagli ai finanziamenti USA per la sanità. Secondo gli esperti, le persone affette da HIV non trattato sono maggiormente esposte a forme gravi di mpox, aggravando il rischio di complicazioni e decessi.
Nonostante il numero di casi resti contenuto, la presenza di un bambino infetto nel distretto di Mangochi, a circa 240 km da Lilongwe, dimostra come l’epidemia stia lentamente espandendosi. Intanto, l’Africa CDC, l’agenzia di sanità pubblica dell’Unione
Africana, ha confermato oltre 52.000 casi in tutto il continente dall’inizio del 2025, con più di 1.700 decessi.
La risposta sanitaria in Malawi è ostacolata dalla scarsità di vaccini: ne servirebbero 6,4 milioni di dosi, ma al momento solo 1,3 milioni sono disponibili. A questo si aggiunge la disinformazione: molte persone non conoscono i sintomi della malattia o continuano a curarsi con rimedi tradizionali inefficaci, come già avvenuto durante la pandemia di Covid-19.
Il dottor Victor Mithi, presidente della Società dei Medici del Malawi, ha sottolineato la necessità di vigilanza negli ospedali e una maggiore consapevolezza comunitaria. Tuttavia, ha anche lanciato un allarme: il sistema sanitario nazionale, che dipende per oltre il 60% da donatori internazionali, soprattutto dagli Stati Uniti, è in grave crisi a causa della riduzione dei fondi. Questo lascia il Paese vulnerabile e con scarse risorse per affrontare l’emergenza in modo efficace.