La recente visita di Re Carlo III in Australia, la prima come monarca, è stata accolta da significative proteste organizzate da attivisti indigeni e gruppi repubblicani. Queste manifestazioni hanno riportato all’attenzione i dibattiti sul ruolo della monarchia in Australia, in particolare per quanto riguarda la storia coloniale del paese. Come riportato dal Business Times, la senatrice indigena Lidia Thorpe ha affrontato Re Carlo durante una cerimonia parlamentare a Canberra, accusandolo di “genocidio” e richiedendo che la monarchia britannica affronti le ingiustizie storiche. Thorpe, attivista di spicco per i diritti degli indigeni, ha interrotto Re Carlo urlando: «Hai commesso un genocidio contro il nostro popolo. Ridateci la nostra terra. Dacci quello che ci hai rubato: le nostre ossa, i nostri teschi, i nostri bambini, la nostra gente» e ha chiesto un trattato formale con il popolo indigeno australiano, sottolineando i problemi irrisolti derivanti dalla colonizzazione britannica.
Tra gli altri attivisti indigeni che hanno cercato un confronto con il monarca, Politico riferisce di Alan Murray, un anziano facente parte del Metropolitan Local Aboriginal Land Council.
Quest’ultimo ha chiesto la sovranità per i popoli aborigeni, facendo riferimento alle ferite lasciate dalla colonizzazione. Le proteste mettono in evidenza il continuo dibattito sulla monarchia e le sue responsabilità storiche. Le tensioni sono amplificate dalla crescente discussione su un possibile cambiamento costituzionale, mentre le reazioni alla visita restano divise, con alcuni favorevoli alla monarchia e altri che auspicano una repubblica come segno di riconciliazione.
Il Primo Ministro Anthony Albanese, come riportato dal Business Mirror, ha riconosciuto la complessità del rapporto tra Australia e monarchia, sottolineando il suo sostegno di lunga data per una repubblica, pur precisando che un referendum sull’argomento è escluso durante il suo mandato. Un referendum avvenne nel 1999 per rimuovere la monarchia e fallì probabilmente più per l’elezione del presidente che per il vero sostegno alla monarchia. Ad oggi, secondo la storica Cindy McCreery, l’Australia non è pronta a fare questo cambiamento, «Non è realistico aspettarsi un referendum di successo sulla repubblica finché non avremo fatto più per riconoscere la nostra … complicata storia» afferma la storica.
Nonostante le proteste, Re Carlo è stato accolto calorosamente da molti australiani durante eventi pubblici a Sydney e Canberra, dove ha partecipato a cerimonie tradizionali e ha incontrato leader indigeni. Le reazioni miste alla sua visita riflettono l’eterna discussione sull’identità dell’Australia e sul suo passato coloniale, con alcuni australiani che esprimono rispetto per la monarchia, mentre altri auspicano una repubblica come passo verso la riconciliazione con le comunità indigene e l’affermazione di un’identità nazionale separata dalle radici coloniali.