John Mahama ha ottenuto il 56,6% dei voti nelle elezioni presidenziali del Ghana, battendo il vicepresidente Mahamudu Bawumia, che ha prontamente riconosciuto la sconfitta per garantire la pace e l’unità nel Paese. L’affluenza alle urne è stata del 60,9%. Questo risultato rappresenta un ritorno al potere per Mahama, già presidente dal 2012 al 2016, e il margine di vittoria è il più ampio registrato in Ghana negli ultimi 24 anni.
La campagna elettorale dell’ex presidente ha fatto leva sul diffuso malcontento per la crisi economica e per i danni ambientali legati all’estrazione illegale dell’oro, questioni che hanno contribuito a minare la popolarità del governo uscente. Mahama ha promesso di trasformare il Paese attraverso riforme governative e miglioramenti infrastrutturali. Inoltre, in un’intervista a Reuters prima delle elezioni, Mahama ha dichiarato il suo impegno per ristrutturare il debito legato al piano di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Durante il suo discorso post-elettorale, Mahama ha definito la sua vittoria come una «svolta decisiva» per il Ghana e ha sottolineato l’importanza di ripristinare il buon governo e la responsabilità politica, come riportato dalla BBC. La sua elezione segna anche un traguardo storico con la nomina della prima vicepresidente donna del Ghana, Jane Naana Opoku Agyemang.
Mahamudu Bawumia, il principale sfidante, ha riconosciuto la sconfitta dichiarando che «il popolo ha votato per il cambiamento in questo momento, e rispettiamo questa decisione con tutta umiltà» secondo quanto riportato dalla CNN. La sua campagna è stata offuscata dalle critiche per la gestione dell’economia e per il forte aumento del costo della vita.
La vittoria di Mahama conferma una tradizione politica in Ghana, in cui nessun partito è mai riuscito a ottenere più di due mandati consecutivi dal ritorno del multipartitismo nel 1992. I ghanesi, pur consapevoli delle difficoltà affrontate durante il precedente mandato di Mahama, ripongono speranze in un futuro migliore sotto la sua guida. Il nuovo presidente entrerà ufficialmente in carica il 7 gennaio 2025.