Mercoledì 24 novembre il Parlamento svedese ha eletto, per la prima volta nella sua storia, una donna alla guida del governo.
Si tratta di Magdalena Andersson, cinquantaquattro anni e una lunga carriera politica alle spalle, infatti, dal 2014 è stata Ministra delle finanze. La sua nomina, tuttavia, ha suscitato agitazioni in sede parlamentare, che hanno spinto la neo-eletta a dimettersi dopo sette ore.
Agli inizi di novembre, la Andersson è divenuta leader del Partito Socialdemocratico svedese dopo le dimissioni di Stefan Lofven, l’allora Primo ministro. Per assumere, dunque, la carica di Capo del governo dell’uscente Lofven, la maggioranza parlamentare che è all’opposizione non è stata in grado di esprime un altro governo.
La problematica emersa è il risultato della frammentazione del Parlamento svedese. Attualmente, la coalizione di governo (centrosinistra) composta dal Partito Socialdemocratico e dai Verdi si contrappone a una coalizione di centrodestra (composta da tre partiti più l’appoggio esterno della destra radicale SD).
Dopo undici ore di negoziati sembrava che le due coalizioni avessero raggiunto un punto di incontro ma le proposte anti-immigrazione avanzate dal centro-destra hanno fatto precipitare la situazione. Il Partito dei Verdi, infatti, ha manifestato la volontà di uscire dal governo di coalizione perché contrario ad una alleanza con i nazionalisti. La Andersson è stata, quindi, costretta a dimettersi.
Per uscire dall’impasse politico, Il Presidente del Riksdag (Parlamento svedese) Andreas Norlén ha esortato i deputati di entrambe le coalizioni a riconsiderare la Andersson quale Capo di un governo monocolore di minoranza.
In assenza di un governo alternativo, quindi, il 29 novembre, la leader socialdemocratica è stata nuovamente eletta Prima ministra del Paese scandinavo.
La premier, che lo scorso martedì ha presentato la sua squadra di ministri, promette di realizzare una serie di riforme, quali: la limitazione dell’istruzione privata, una maggiore assistenza medica, la riduzione delle emissioni di gas serra e la lotta alla delinquenza.
Tuttavia, essendo a capo di un governo monocolore di minoranza (solo 100 deputati su 349 presenti in Parlamento) sarà difficile, per la Andersson e i suoi ministri, trovare il consenso utile a compiere un programma politico concreto. Le restano poco più di nove mesi per dimostrare il suo valore prima di settembre 2022, quando sono previste le prossime elezioni in Svezia.