Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivolto un invito diretto a Donald Trump: visitare l’Ucraina prima di intraprendere qualsiasi trattativa con la Russia per porre fine al conflitto. L’appello, riportato in un’intervista rilasciata al programma 60 Minutes della CBS e citato dalla BBC, arriva in un momento particolarmente delicato per la diplomazia internazionale.
«Per favore, prima di qualsiasi decisione o forma di negoziato, venga a vedere le persone, i civili, i soldati, gli ospedali, le chiese, i bambini», ha dichiarato Zelensky. L’intervista è stata registrata prima dell’attacco missilistico che ha colpito la città di Sumy, che ha causato 34 morti e 117 feriti. Si è trattato dell’attacco più letale contro civili in Ucraina dall’inizio dell’anno.
Il governo russo ha dichiarato di colpire solo obiettivi militari o legati all’apparato bellico, ma la comunità internazionale ha reagito con forza. Il leader dell’opposizione tedesca, Friedrich Merz, che secondo molti assumerà presto la cancelleria, ha parlato di «crimine di guerra deliberato». Condanne sono arrivate anche da Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen e dal premier britannico Keir Starmer.
Donald Trump, che nei mesi scorsi ha manifestato l’intenzione di mediare per una cessazione delle ostilità, ha definito l’attacco «terribile» e ha riferito di essere stato informato che «si è trattato di un errore», senza però specificare la fonte. Il suo inviato speciale in Ucraina, il generale in pensione Keith Kellogg, ha invece dichiarato che l’attacco «ha superato ogni linea di decenza».
Secondo la ricostruzione della BBC, il team di Trump ha già avviato dei contatti con il Cremlino. L’inviato Steve Witkoff avrebbe incontrato Vladimir Putin in almeno tre occasioni. In parallelo, il segretario al Tesoro USA Scott Bessent si è recato a Kyiv per proporre un accordo che prevede lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine in cambio di aiuti militari. Zelensky ha rifiutato l’intesa, giudicata sbilanciata a favore di Washington.
Intanto, il numero delle vittime del conflitto continua a crescere. Le Nazioni Unite stimano che milioni di ucraini vivano ancora come rifugiati, mentre sul terreno il numero di morti e feriti tra militari e civili ha superato le centinaia di migliaia.
«Attacchi contro civili e infrastrutture non militari sono proibiti dal diritto internazionale umanitario», ha dichiarato un portavoce del segretario generale ONU António Guterres, sottolineando che «sforzi credibili verso una pace giusta, duratura e rispettosa dell’integrità territoriale dell’Ucraina sono più urgenti che mai».
Prima dei contratti, prima dei tavoli negoziali, ci sono corpi da seppellire, città da ricostruire, vite da salvare.
Resta ora da capire se Trump accetterà l’invito. La visita in Ucraina potrebbe rappresentare un momento chiave per la definizione della futura strategia americana.