Uno dei blackout più estesi mai registrati in Europa ha colpito nella giornata del 28 aprile la Spagna, il Portogallo e il sud della Francia, provocando il blocco improvviso di molte attività per circa dieci ore e gettando i territori interessati nel caos.
L’interruzione dell’energia elettrica ha avuto conseguenze gravi in diversi settori, a partire dai trasporti: metropolitane e treni sono rimasti fermi a metà percorso, mentre gli aeroporti di Madrid e Barcellona hanno sospeso temporaneamente le operazioni, causando disagi e ritardi per migliaia di passeggeri. Anche il traffico stradale ha subito pesanti ripercussioni, con lunghe code nelle principali città dovute al mancato funzionamento dei semafori.
Negli ospedali, fortunatamente, i generatori di emergenza hanno garantito la continuità delle cure. Il personale medico è riuscito a mantenere in funzione apparecchiature vitali come respiratori e monitor cardiaci. Un portavoce dell’ospedale Gregorio Marañón di Madrid ha riferito che è stato subito attivato un comitato di emergenza per gestire le priorità e assicurare assistenza ai pazienti più gravi e agli interventi già avviati.
Alla luce della criticità della situazione, il presidente Pedro Sánchez ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza Nazionale presso il Palazzo della Moncloa. Successivamente, si è recato nella sede di Red Eléctrica, l’ente responsabile della rete di trasmissione elettrica in Spagna, che ha stimato tra le sei e le dieci ore il tempo necessario per il ripristino completo del servizio. Secondo l’azienda, alle 12:32 del 28 aprile è stata rilevata “un’oscillazione molto forte nei flussi di energia”, un evento mai verificatosi prima, definito come “assolutamente eccezionale” da fonti riportate da EL PAÍS. Gli interventi tempestivi delle autorità e dei tecnici hanno permesso di riportare gradualmente la situazione alla normalità.
L’episodio si inserisce in un contesto globale particolarmente delicato, alimentando tra i cittadini un senso di vulnerabilità e sollevando interrogativi su possibili cause, incluso il timore di un attacco esterno.