«Solo guardandoci negli occhi potremo trovare la pace». Con queste parole, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scosso la diplomazia internazionale, proponendo un incontro diretto con Vladimir Putin per porre fine a oltre due anni di guerra. Lo ha riferito Reuters, rilanciando il messaggio trasmesso da Kiev nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese Alexander Stubb.
Zelensky ha dichiarato che nessuna mediazione potrà sostituire un confronto personale con l’uomo che “prende ogni decisione in Russia”, evocando così una responsabilità verticale, totale, nelle mani del presidente russo. La richiesta, avanzata mentre le truppe di Mosca avanzano nel nord-est ucraino, è al tempo stesso una provocazione e una sfida: «Putin ha paura di questo incontro», ha affermato il capo di Stato ucraino, aggiungendo che il suo silenzio rappresenterebbe «un atto di debolezza davanti al mondo».
Secondo quanto riportato da Reuters, Zelensky avrebbe chiesto che, in caso di rifiuto, l’Occidente imponga nuove sanzioni a Mosca, soprattutto sul fronte energetico. Intanto, si muove anche la diplomazia parallela: il leader ucraino è atteso nei prossimi giorni ad Ankara per un colloquio con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che potrebbe mediare un possibile summit trilaterale. «Se Putin sarà lì, sarò lì anch’io», ha assicurato Zelensky.
Non è la prima volta che il presidente ucraino propone un faccia a faccia con Putin, ma è la prima in cui lo fa in termini così ultimativi. La guerra, iniziata nel febbraio 2022, ha finora provocato decine di migliaia di vittime e lo sfollamento di milioni di persone. L’offensiva russa in corso nella regione di Kharkiv, condotta con una pressione militare rinnovata, ha riacceso i timori di un’escalation irreversibile.
Nel frattempo, la Cina ha espresso sostegno a un cessate il fuoco di 30 giorni, mentre il G7 prepara un vertice straordinario per valutare la tenuta del fronte internazionale. Il gesto di Zelensky appare così come un tentativo estremo ma calcolato: rompere lo stallo non con le armi, ma con la parola.
Restano, però, le incognite più dure: Putin accetterà davvero un incontro? E a quali condizioni? L’Europa guarda con cautela, Washington con freddezza. Ma se il volto della guerra è uno solo, forse anche la sua fine dovrà passare da uno sguardo diretto.