sabato, 17 Maggio 2025
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Studiare o lavorare nel Regno Unito? Ora è molto più difficile

Il governo laburista stringe le maglie sull’immigrazione: nuove regole per studenti, lavoratori e aspiranti residenti

Il 12 maggio, il leader laburista Sir Keir Starmer ha presentato il nuovo piano sull’immigrazione nel Regno Unito, contenuto in un white paper che delinea le future politiche del governo in materia. Come riportato dalla BBC, le nuove misure mirano a rendere il sistema «controllato, selettivo ed equo», bilanciando il bisogno di competenze con l’obiettivo di ridurre sensibilmente i flussi migratori netti.

Uno dei principali cambiamenti riguarda i visti per lavoro qualificato: d’ora in poi, per la maggior parte dei richiedenti sarà necessario possedere una laurea, anziché il semplice diploma  di scuola superiore. Questa modifica, che annulla una precedente riforma dell’era Johnson, dovrebbe ridurre l’immigrazione di circa 39.000 persone all’anno entro il 2029. Tuttavia, sono previste eccezioni temporanee per quei settori che affrontano carenze croniche di personale, come assistenza sanitaria, costruzioni e tecnologia, a patto che i datori di lavoro dimostrino di avere piani di formazione interni.

Parallelamente, il governo intende allargare l’accesso a visti speciali per laureati delle università d’élite straniere, raddoppiando il numero di istituti riconosciuti. Sarà inoltre facilitato il percorso per i talenti nel campo della scienza e del design che vogliono accedere al global talent visa, così come verrà rivisto il visto per studenti internazionali che intendono avviare un’impresa nel Regno Unito.

Altra novità rilevante è l’estensione da cinque a dieci anni del periodo di residenza richiesto per ottenere il diritto di soggiorno permanente (settled status). Un meccanismo a punti chiamato earned settlement potrebbe però permettere di abbreviare questo termine, premiando chi contribuisce all’economia e alla società britannica.

Non mancano le restrizioni: verrà chiuso a partire da giugno il visto per lavoratori nel settore della cura alla persona, introdotto durante la pandemia, mentre per gli studenti stranieri la permanenza post-laurea sarà limitata a 18 mesi. Il governo ha anche proposto una tassa del 6% sulle tasse universitarie pagate dagli studenti internazionali, destinata a finanziare il sistema educativo britannico anche se ciò potrebbe ridurre le iscrizioni di circa 7.000 unità annue.

Infine, verranno rafforzati i requisiti linguistici e la normativa sul diritto alla vita familiare sarà rivista al fine di limitarne l’uso nei ricorsi contro l’espulsione.

Pur senza fissare un tetto numerico preciso alla migrazione netta, Starmer ha ribadito l’intenzione di abbassare drasticamente gli ingressi, preferendo un approccio flessibile e parlamentare rispetto a quote fisse, che in passato si sono rivelate inefficaci.

Carla Cuarto
Studentessa del Corso di Laurea in Economia e Management
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