mercoledì, 21 Maggio 2025
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Cosa c’è in ballo dopo la telefonata Trump-Putin

Aspettative non ripagate, un’Ucraina stremata, un’Europa sempre più tesa, mentre gli USA affermano la possibilità di abbandonare le trattative. Dopo la chiamata Trump-Putin, la situazione non migliora

Il Presidente statunitense, all’inizio del suo mandato, aveva più volte affermato che «in 24 ore» avrebbe messo fine al conflitto russo-ucraino, che va avanti ormai da più di tre anni. La scorsa settimana ha invece sostenuto che l’unico modo per arrivare a una soluzione sarebbe un dialogo diretto, a tu per tu, con il Presidente russo. Anche quest’ultima volta, però, è stato smentito dai fatti: dopo una telefonata lunga due ore, infatti, l’inquilino della Casa Binaca ha affermato che «gli unici veri negoziatori di un accordo di pace possono essere i due diretti interessati», pur rimanendo positivo su un immediato cessate il fuoco che verrebbe presto raggiunto da Russia e Ucraina, come riporta la BBC. Ciononostante, il Cremlino non fa trapelare lo stesso ottimismo, parlando della possibilità di realizzare «un memorandum per un eventuale futuro accordo di pace».

Due toni molto diversi. Un entusiasmo, quello di Trump, successivamente smorzato dalle sue stesse affermazioni: «Credo che si stia muovendo qualcosa. Se così non dovese essere, farò marcia indietro e dovranno vedersela tra di loro». Gli Stati Uniti minacciano dunque di abbandonare i negoziati, e il prezzo per l’Ucraina sarebbe molto elevato. «Non è la nostra guerra» sarebbe la frase di chiusura con cui gli USA se ne laverebbero le mani, qualora non si arrivasse a un cessate il fuoco nel breve termine. Tuttavia, l’opzione di un abbandono del tavolo della mediazione da parte degli Stati Uniti, a mani vuote, è a dir poco improbabile. Secondo il Guardian, a tal proposito, nel timore di un accordo Trump-Putin a spese dell’Ucraina, si sono infatti riuniti in tutta fretta alcuni dei leader europei per pensare a una soluzione possibile. Il Primo Ministro Starmer ha affermato di aver avuto dei colloqui con Italia, Germania, Francia e diversi leader statunitensi per coordinare gli sforzi verso una spinta della Russia all’accettazione di un cessate il fuoco, con la minaccia di nuove sanzioni qualora questa si rifiutasse di impegnarsi seriamente nei negoziati.

Per quanto si tenti di girarci intorno, come afferma la CNN, il messaggio chiave del Cremlino rimane sempre lo stesso: la Russia non è in guerra con la sola Ucraina, ma con l’intera NATO (USA compresi), e ha l’obiettivo di ristabilire il primato nell’Estero vicino, ossia in quegli stati post-sovietici che ottennero l’indipendenza dopo la dissoluzione dell’URSS, sempre nella tradizionale ottica di contrasto all’espansione a est dell’Alleanza Atlantica e dell’influenza geoeconomica dell’UE.

L’ipotesi di un cessate il fuoco sembra dunque di nuovo remota, mentre Trump si accinge a cedere il suo ruolo da mediatore in questo conflitto a Papa Leone XIV, auspicando la realizzazione di un accordo di pace tra Russia e Ucraina proprio dove lui e Zelensky sembrano averla ritrovata: in Vaticano.

Laura Vargiu
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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