venerdì, 23 Maggio 2025
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Romania al bivio democratico: l’ultranazionalista Simion contesta la sconfitta elettorale

Accuse di interferenze straniere e frodi alimentano tensioni post-elettorali. Nicușor Dan vince con il 53,6%, ma il rivale Simion si appella alla Corte Costituzionale. L’allarme della stampa internazionale.

La Romania attraversa una fase delicata della sua storia politica dopo le elezioni presidenziali di maggio 2025. Il candidato liberale Nicușor Dan ha ottenuto la vittoria con il 53,6% dei voti, sconfiggendo l’ultranazionalista George Simion in un clima politico già segnato da sfiducia e tensioni sociali. Tuttavia, il risultato non è stato accettato dal fronte sconfitto: Simion ha contestato apertamente l’esito elettorale e ha annunciato un ricorso alla Corte Costituzionale per chiedere l’annullamento del voto.

Secondo quanto riportato da Reuters, Simion ha denunciato presunte «interferenze straniere», accusando in particolare la Francia e la Moldova di aver condizionato l’andamento del voto. L’esponente del partito AUR (Alleanza per l’Unione dei Romeni) sostiene che questi attori avrebbero manipolato la narrazione politica tramite media e algoritmi digitali, senza tuttavia fornire prove concrete a sostegno delle accuse. Il leader populista ha anche messo in dubbio l’integrità delle liste elettorali, dichiarando che «centinaia di persone decedute risultavano aver votato».

Le dichiarazioni di Simion sono state riprese anche dal The Guardian, che ha sottolineato il parallelo con le elezioni precedenti, annullate nel gennaio 2025 per via di presunte interferenze russe. Il quotidiano britannico evidenzia come la retorica della delegittimazione del voto si sia intensificata in un contesto già compromesso dalla polarizzazione e dalla sfiducia verso le istituzioni.

Nonostante la mancanza di riscontri oggettivi, la narrazione di Simion trova terreno fertile tra una parte dell’elettorato disilluso. L’ultranazionalista ha dichiarato che «nessun romeno può accettare questa farsa», rifiutandosi di riconoscere la vittoria del suo avversario e alimentando l’ipotesi di mobilitazioni di piazza. Per ora, tuttavia, le forze dell’ordine mantengono un atteggiamento prudente, monitorando l’evoluzione della situazione.

L’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), presente con una missione di osservazione limitata, ha dichiarato che il processo elettorale si è svolto nel rispetto degli standard internazionali, pur raccomandando maggiore trasparenza nella gestione delle comunicazioni digitali. Le autorità romene, dal canto loro, difendono la legittimità del voto e respingono ogni accusa di manipolazione.

In un’Europa sempre più vulnerabile alla disinformazione e alle derive autoritarie, la crisi politica romena rappresenta un test cruciale per la tenuta delle istituzioni democratiche. L’esito del ricorso alla Corte Costituzionale sarà determinante per il futuro equilibrio del Paese, ma anche per il ruolo della Romania nel contesto europeo.

Le prossime settimane saranno pertanto decisive: se la Corte rigetterà il ricorso di Simion, si aprirà una fase di transizione sotto la guida di Nicușor Dan. In caso contrario, il rischio di un nuovo stallo istituzionale è tutt’altro che remoto.

Angelica Di Carlantonio
Studentessa della facoltà di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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