giovedì, 29 Maggio 2025
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Trump minaccia dazi del 25% su Apple e Samsung: «Prodotti solo se Made in USA»

Trump rilancia il protezionismo: vuole la produzione sul suolo americano

Donald Trump torna a far tremare i mercati e le big tech americane. In un post pubblicato il 17 maggio sulla piattaforma Truth Social, l’ex presidente ha minacciato di imporre una tariffa del 25% sugli iPhone venduti negli Stati Uniti se non verranno prodotti interamente sul territorio americano. A riportare la notizia è stato The Guardian, sottolineando come questa dichiarazione abbia provocato un immediato calo in Borsa per Apple, con una perdita di valore stimata attorno ai 70 miliardi di dollari.

«Ho già fatto sapere da tempo a Tim Cook che mi aspetto che gli iPhone venduti negli Stati Uniti siano costruiti qui, e non in India o altrove», ha scritto Trump. «In caso contrario, Apple dovrà pagare un dazio di almeno il 25%». Un messaggio diretto e poco diplomatico, che ha fatto crollare le azioni Apple del 2,6%, facendo scendere la capitalizzazione dell’azienda sotto la soglia dei 3.000 miliardi di dollari.

Ma non è solo Apple ad essere finita nel mirino. Lo stesso giorno, parlando alla stampa dalla Casa Bianca, Trump ha esteso la minaccia anche a altri produttori di smartphone, come Samsung. «Se producono qui, niente dazi. Quindi costruiranno gli impianti qui», ha dichiarato, in linea con il suo tradizionale approccio protezionista.

Già il mese scorso, come ricordato da The Guardian, Trump aveva lanciato una raffica di annunci tariffari sui beni provenienti dalla Cina – dove attualmente viene assemblata la maggior parte degli iPhone — facendo salire le tariffe fino al 145%. Solo pochi giorni dopo, però, il suo staff aveva concesso un’esenzione temporanea per smartphone e computer, attenuando momentaneamente le tensioni.

Secondo quanto riportato da analisti e fonti vicine ad Apple, la società di Cupertino avrebbe già avviato una strategia per spostare la produzione destinata al mercato statunitense in India, cercando di aggirare le conseguenze della guerra commerciale tra Washington e Pechino. Durante una recente call con gli investitori, Tim Cook ha confermato che, per il trimestre di giugno, la maggior parte degli iPhone venduti negli USA avrebbe avuto come origine proprio l’India.

Trump però non ci sta: «Abbiamo tollerato per anni gli impianti in Cina, adesso vogliamo che si produca per noi. L’India può pensare a sé stessa», ha affermato, tornando a fare pressioni dirette sul CEO di Apple.

Tuttavia, diversi analisti avvertono che produrre iPhone negli Stati Uniti sarebbe estremamente costoso: secondo Wedbush Securities, il prezzo finale potrebbe superare i 3.500 dollari a dispositivo, più del triplo di oggi.

Carla Cuarto
Studentessa del Corso di Laurea in Economia e Management
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