Conducono una vita estranea alla realtà che si nasconde al di fuori del loro habitat naturale: bracconieri, deforestazione e altri pericoli in agguato, che lo rendono in uno dei luoghi più violenti e pericolosi al mondo.
Pablo de la Chica, il direttore del cortometraggio candidato al Premio Goya 2022, era consapevole di essere andato controcorrente quando decise di addentrarsi nella profondità di quelle terre nelle quali, oltre tutto, una nuova epidemia di Ebola era appena scoppiata.
Ma ci sono storie che meritano di essere raccontate, come quella di Mama Zawadi di Balanza, una donna che ha trasformato le ferite del suo passato in un amore risanatore per quelle specie a rischio di estinzione.
Vittima di tre episodi di violenza sessuale, Zawadi è solo una delle tante donne della Repubblica Democratica del Congo, che ogni anno sono soffrono di tali abusi.
Il direttore del cortometraggio ha conosciuto in prima persona Zawadi, che ha lasciato le ferite del passato e ha aperto il cuore per raccontare la sua storia commovente: «Lì, tra tanta oscurità e cattiveria umana, ho visto in Mama Zawadi e i suoi cuccioli di scimpanzé una storia di lotta alla ricerca di trovare un loro posto nel mondo, una storia vera di amore e speranza e, soprattutto, una storia che il mondo intero deve conoscere», ha raccontato Pablo de la Chica.
«Non c’è terapia migliore dell’amore»
Le riprese del documentario sono durate in totale 24 giorni: un’area del Paese in cui è importante fermare l’estinzione degli scimpanzé che, a causa del conflitto che è ormai presente da decenni, al traffico illegale e alla perdita di aree verdi, rendono quasi impossibile la salvaguardia di questo habitat naturale.
Il santuario di Lwiro, oasi verde in cui si trovano gli scimpanzé, cerca di resistere agli innumerevoli tentativi da parte di gruppi di ribelli che ogni giorno tentano di mettere in pericolo le specie animali, oltre che attaccare le popolazioni locali e violentare le donne.
Mama Zawadi chiama i suoi piccoli cuccioli di scimpanzé per nome, li culla nel petto, da loro da mangiare, prepara il latte e, soprattutto, li riempi di amore: un amore bidirezionale.
Per tutti questi motivi, “Mama” si candida alla vittoria nella categoria Mejor Corto Documental per il prossimo Premio Goya, che si celebrerà il 12 febbraio a Valencia.