Lunedì il presidente americano Biden ha dichiarato la volontà di processare il presidente russo Vladimir Putin per “crimini di guerra” in seguito alla notizia di uccisioni di massa di civili da parte delle truppe russe nella città di Bucha. «Quest’uomo (Putin) è brutale, quello che sta succedendo a Bucha è oltraggioso e tutti lo hanno visto», ha riferito Biden ai giornalisti. Tuttavia, il presidente americano non ha voluto etichettare questo evento drammatico come “genocidio”.
Questa non è la prima volta che il presidente Joe Biden chiama Putin “criminale di guerra”, infatti, era già accaduto quando la Russia aveva invaso l’Ucraina il 24 febbraio. «Ricorderai che sono stato criticato per aver chiamato Putin “criminale di guerra”. Bene, adesso è la verità e si è visto». Il presidente americano ha sottolineato la necessita di raccogliere tutti gli elementi necessari affinché ci possa essere un vero processo di guerra e di continuare a fornire il sostegno militare all’Ucraina perché possa difendersi dagli attacchi russi.
Gli Stati Uniti si impegneranno con gli alleati ad adottare le misure necessarie contro i responsabili per queste efferatezze e lavoreranno insieme per decidere il meccanismo. Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale, ha ribadito che il Paese continuerà a imporre ulteriori sanzioni contro la Russia, coordinandosi con gli alleati e i partner per definire i parametri di tali misure. Tuttavia, né Sullivan né Biden hanno voluto specificare la natura di queste sanzioni. Inoltre, il consigliere americano ha affermato che la Corte Penale Internazionale sarà il luogo per procedere al processo, infatti, il procuratore capo della CIP ha aperto un’indagine sulla situazione in Ucraina.
L’ambasciatrice americana all’ONU Linda Thomas-Greenfield chiederà all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani “per gravi e sistematiche violazioni”. Ha affermato che la partecipazione russa è una “farsa” e che uno Stato membro non può sovvertire i principi cardine del Consiglio. L’espulsione può arrivare in seguito a un voto di due terzi dei membri dell’Assemblea generale.