Amal, dall’arabo “speranza”, è partita nel luglio 2021 da Gaziantep, al confine turco-siriano, per arrivare al termine del suo “Cammino” a Manchester nel Regno Unito.
La marionetta della piccola Amal è diventata il simbolo dei rifugiati di tutto il mondo, ed i suoi creatori, un team di dieci marionettisti della Handspring Puppet Company, hanno realizzato questo pupazzo gigante con l’intento di far luce sulle vicende di milioni di bambini costretti a lasciare la propria casa a causa della guerra, in quanto la trama di “The Walk” vedeva Amal in cerca della propria madre perduta durante la guerra.
Zuabi ha inoltre affermato che la marionetta della piccola Amal è alta 3,5 metri perchè voleva ispirare le persone a «pensare in grande e ad agire in grande. In un momento di cambiamento globale senza precedenti, i viaggi di Amal trascendono infatti i confini, la politica e il linguaggio per raccontare una nuova storia di umanità condivisa e per garantire che il mondo non dimentica i milioni di bambini sfollati, ognuno con le proprie potenzialità, per valorizzare le comunità in cui, come speriamo, troveranno rifugio».
Nei prossimi giorni Amal visiterà le città di Przemyśl, al confine con l’Ucraina, e Lublino e Cracovia, per incontrare i genitori e i bambini ucraini che hanno dovuto abbandonare le proprie case ed il proprio paese dall’inizio dell’offensiva russa a fine febbraio.
Queste tappe aggiuntive del cammino della piccola Amal sono state fortemente volute dai sindaci di Cracovia e Lublino e dall’ambasciata ucraina in Polonia, e l’entourage di Amal porterà con sè rifornimenti rivolti in particolare ai più piccoli, cercando di trasmettere loro un messaggio di vicinanza oltre che di speranza.
Anche Aleksander Sola, vicepresidente della Fondazione Folkowisko che sostiene il viaggio, ha dichiarato: «Ci auguriamo che Amal attiri l’attenzione del mondo sulla crisi dei rifugiati che l’Europa non vedeva dalla fine della seconda guerra mondiale. Amal simboleggia i milioni di rifugiati che sono stati costretti a lasciare le loro case», ed è proprio questo il fulcro del messaggio alla base del cammino di Amal: la solidarietà e la speranza che possono scaturire solo dalla consapevolezza che il destino dei rifugiati è responsabilità di tutti, non soltanto un fardello per i pochi che loro malgrado ne sono i protagonisti.