Mercoledì 13 luglio le delegazioni di Ucraina e Russia hanno incontrato i rappresentanti del governo di Ankara e delle Nazioni Unite per un colloquio a porte chiuse a Istanbul, in Turchia, volto al raggiungimento di un accordo per consentire ad oltre 22 milioni di tonnellate di grano di lasciare i porti ucraini ed attraversare il Mar Nero.
La ricaduta più drammatica dell’attuale impasse è la carestia che incombe sui paesi del Corno d’Africa, già sfiancati da anni in cui le scarse piogge hanno messo a dura prova la sopravvivenza delle comunità locali. Il tutto mentre l’Occidente accusa Mosca di sfruttare strategicamente la propria posizione sui mercati, contribuendo ad accrescere l’inflazione e la crisi energetica di cui si parla ormai da mesi.
La riunione in questione non ha portato a progressi effettivi, che saranno discussi in concreto durante un secondo incontro, previsto per la prossima settimana. I diplomatici affermano che i dettagli del piano prevedono che le navi ucraine guidino i carichi di grano dentro e fuori le acque territoriali minate, mentre la Russia garantirà una tregua per consentire gli spostamenti e la Turchia, sostenuta dalle Nazioni Unite, ispezionerà la merce per escludere il timore russo del contrabbando di armi. Ankara ha anche anticipato di voler istituire un centro di coordinamento congiunto, riconfermandosi come mediatore al tavolo negoziale tra Zelensky e Putin per scongiurare il peggioramento della crisi alimentare globale in atto. In merito al ruolo della Turchia, il capo dello staff del presidente ucraino, Andriy Yermak, ha scritto su Twitter: “Il suo compito sarà quello di effettuare il monitoraggio generale e il coordinamento della sicurezza della navigazione nel Mar Nero”.
Secondo una fonte anonima dell’agenzia di stampa russa RIA, le richieste della Russia includerebbero la rimozione delle sanzioni occidentali, citando le aree “della sicurezza navale, della logistica, dei servizi di trasporto e delle operazioni bancarie”. A preoccupare gli ucraini, invece, è la possibilità che i russi sfruttino la creazione di un corridoio nel Mar Nero per attaccare il territorio e per questo hanno chiesto alle Nazioni Unite una garanzia contro l’eventualità di tale scenario.
In ogni caso, una collaborazione per risolvere il problema dell’export di grano pare una fiamma troppo debole per riaccendere la speranza di una svolta per le sorti del conflitto. In Ucraina, numerose città sono tuttora sottoposte a pesanti bombardamenti russi e la prospettiva della fine dell’Operazione militare speciale di Mosca appare ancora troppo sfumata per dirsi ottimisti.