Il ministro della Difesa russo Sergej Kužugetovič Šojgu, in carica dal 2012, ha dichiarato che la cosiddetta mobilitazione parziale nel Paese è ufficialmente conclusa.
Come riporta Vedomosti, quotidiano economico della Russia fondato nel 1999, sarebbe stato riferito che l’obiettivo di 300.000 persone prefissato direttamente dal presidente della Federazione Russa Vladimir Putin è stato finalmente raggiunto. Nel dettaglio, 218.000 uomini mobilitati si troverebbero nei campi di addestramento, impegnati a concludere il periodo di formazione, mentre altri 82.000 mobilitati sarebbero già stati inviati nelle zone in cui il conflitto, ormai da mesi, è ad alta intensità.
Nel lungo incontro fra i due, sono stati definitivamente dichiarati risolti anche quei problemi di approvvigionamento riscontrati dai militari di cui hanno parlato i media e che, solo successivamente, anche le autorità russe hanno ammesso. Queste problematiche erano state recentemente approfondite dalla BBC Russian News, testimoniando come i soldati mobilitati per questa guerra contro la vicina Ucraina, fossero costretti a comprare a spese proprie qualsiasi tipo di accessorio e indumento necessario: pantaloni militari; scarpe; giubbotti antiproiettili; dispositivi termici. Ciò si deve ai continui precedenti furti degli stessi militari russi che, nel corso degli anni, hanno fatto razzia di indumenti e accessori tecnici direttamente dai magazzini delle caserme.
A conclusione dell’incontro e del resoconto circa lo stato attuale del processo di mobilitazione, Vladimir Putin ha risposto alle parole del suo ministro ringraziando pubblicamente coloro che si sono arruolati nell’esercito, precisando come le difficoltà nella fase iniziale fossero prevedibili e inevitabili.
Tale annuncio è giunto durante un incontro con il capo del Cremlino, benché da parte sua non sia ancora stato emesso un decreto presidenziale al riguardo e, parallelamente, continui ininterrottamente la massiccia distribuzione di convocazioni per l’esercito negli oblast’ del paese.
La dichiarazione di Šojgu sulla presunta fine (è atteso un decreto presidenziale) della cosiddetta mobilitazione parziale arriva esattamente alla scadenza preannunciata pochi giorni fa da Vladimir Putin, quando, come riportato dall’agenzia di stampa EurAsia daily, dichiarò che entro due settimane tutte le misure di mobilitazione sarebbero state completate.
Benché alcuni governatorati regionali abbiano iniziato ad annunciare la fine della mobilitazione nei loro territori già dallo scorso11 ottobre, il servizio stampa del quotidiano MR-7 riporta l’analisi di avvocati esperti, i quali precisano che l’ufficialità della fine della mobilitazione parziale potrà arrivare solo in seguito a uno specifico decreto presidenziale in quanto essendo dichiarato per decreto presidenziale, «solo per decreto presidenziale può essere fermato».