sabato, 23 Novembre 2024
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Brasile: «epidemia di violenza» nelle scuole

Nonostante le operazioni messe in atto dal governo per proteggere l'ambiente scolastico, il fenomeno che incute terrore non subisce battute di arresto

In due mesi e mezzo la polizia brasiliana ha arrestato 368 ragazzi, per aver attaccato scuole o per aver organizzato piani di attacco. Si tratta di un’operazione che il governo ha messo in atto insieme alla polizia: Scuola sicura, secondo quanto riporta El País. I primi arresti risalgono al 5 aprile, dopo l’uccisione di quattro bambini in un asilo di Blumenau, nello stato di Santa Caterina.

La metà di questi giovani adolescenti ha rivelato sui mass media l’intenzione di causare terrore nelle scuole. Il Ministro della Giustizia, l’ex giudice Flávio Dino, parla di «epidemia di violenza nelle scuole, di cui soffre il Brasile».

I tentativi di ridurre i rischi non producono i risultati sperati: lunedì 19 giugno un ex alunno di 21 anni ha ucciso due adolescenti in una scuola di Cambé (Paraná). Poco dopo il suo arresto è stato trovato morto nella sua cella.

L’assassino era entrato nell’istituto con un revolver 38 e sette caricatori. Le vittime dell’attacco sono una coppia di giovani, una ragazza di 17 anni e un ragazzo di 16. Lei è deceduta sul colpo, lui dopo una lunga agonia in ospedale.

Le motivazioni non sono state rese note. I principali media brasiliani hanno deciso, seguendo i consigli degli specialisti, di non svelare il movente per evitare qualsiasi glorificazione degli autori e frenare quindi l’effetto imitazione.

Nonostante il flusso di arresti sia continuato, e siano coinvolti 4000 agenti nell’operazione, il fenomeno non accusa battute di arresto.

Altri 1500 ragazzi sono stati interrogati in centrale come sospettati di appartenere a gruppi estremisti. Gli estremisti di destra sono particolarmente presenti al sud del Brasile, popolato da immigrati tedeschi o, più in generale, europei.

Il massacro di Blumenau ha portato il quotidiano O Globo, il principale del paese, ad annunciare che non pubblicheranno immagini o nomi di coloro che attaccano le scuole. Si tratta di ex studenti che vogliono annientare l’altro, perché si sentono incompresi o influenzati da ideologie estremiste.

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