sabato, 23 Novembre 2024
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Gli Stati Uniti fanno causa alla Apple per violazione delle leggi antitrust

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un'azione legale contro Apple Inc., accusandola di avere il monopolio sul mercato degli smartphone e di violare le leggi federali antitrust

La società statunitense Apple Inc. fondata da Steve Jobs (scomparso il 5 ottobre del 2011) è stata denunciata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti d’America a causa di un’apparente violazione delle leggi federali antitrust, ossia le norme statunitensi che regolano i mercati economici e garantiscono l’equa concorrenza all’interno degli stessi.

Come riporta il The Washington Post, la denuncia, presentata giovedì 21 marzo 2024 dal Dipartimento di Giustizia americano e da 16 procuratori generali statali, è stata depositata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto del New Jersey.

La causa legale è incentrata sul prodotto di punta dell’azienda, l’iPhone. Come si può leggere sul sito ufficiale del Dipartimento di Giustizia statunitense, sembra che da anni la Apple eserciti illegalmente un monopolio sul mercato degli smartphone, imponendo restrizioni contrattuali agli sviluppatori e costringendo gli utenti a rimanere dipendenti dalle applicazioni compatibili solo con dispositivi Apple o che, seppur scaricabili su dispositivi differenti, mantengono il 100% delle loro prestazioni esclusivamente sui sistemi operati da iOS (il sistema operativo degli iPhone), rendendo il passaggio a smartphone di altre case produttrici molto complesso e, dunque, disincentivandolo.

Lo scopo dell’azione legale è quello di ripristinare la concorrenza nel mercato di interesse, agevolando i concorrenti della Apple per riportare la situazione economica ad un livello più equo. Di fatti, come si può leggere sul sito di Reuters, la causa legale si fonda sulla volontà degli USA di «liberare i mercati degli smartphone dalla condotta anticoncorrenziale ed escludente di Apple, ripristinare la concorrenza allo scopo di ridurre i prezzi degli smartphone per i consumatori, diminuire le tariffe per gli sviluppatori e preservare l’innovazione per il futuro».

Nello specifico, alcune delle accuse si basano sulla difficoltà di utilizzo degli iPhone tramite smartwatch che non siano Apple Watch, il che renderebbe anche un ipotetico passaggio ad altri dispositivi mobili molto dispendioso per il cliente; oppure, sull’impossibilità per le aziende concorrenti di Apple di creare dei portafogli digitali da inserire all’interno dei propri dispositivi: con l’applicazione Apple Wallet, infatti, è possibile effettuare pagamenti in cassa direttamente tramite l’iPhone e, a quanto pare, la Apple scoraggerebbe banche e società che emettono carte di credito dall’avviare collaborazioni con altre case produttrici per la creazione di portafogli digitali da inserire in dispositivi con sistemi operativi differenti da iOS, come riporta il The New York Times.

Ilaria Bisegna
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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