martedì, 3 Dicembre 2024
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Esperti scoprono l’“alfabeto fonetico” dei capodogli

Uno studio ha scoperto tramite l’IA che il linguaggio usato dai capodogli per comunicare tra loro è molto più complesso di quanto si pensasse

Il progetto CETI (Cetacean Translation Initiative) è un’iniziativa che riunisce esperti di diversi settori, tra cui machine learning, biologia, acustica subacquea e linguistica. Sulla base di un dataset costruito nell’arco di oltre dieci anni, questi esperti hanno osservato e analizzato la comunicazione tra capodogli nel loro contesto naturale. Lo studio, pubblicato sulla rivista “Nature Communications”, è stato in grado di dimostrare la grande complessità del linguaggio usato da questi animali, per certi versi assimilabile al linguaggio umano.

I capodogli sono animali altamente sociali che comunicano attraverso dei set di “click” chiamati “codas”. Si tratta di suoni simili a quelli che compongono l’alfabeto Morse. Secondo Shane Gero, lead biologist del progetto, è probabile che questi animali usino i “codas” per coordinarsi come famiglia e organizzare varie attività quali babysitting, caccia e difesa, riporta Reuters.

Ogni codice è composto dai tre ai 40 click, scrive Smithsonian Magazine, tuttavia i ricercatori hanno scoperto altre possibili varianti oltre al numero di click. Le variazioni, infatti, sono determinate anche dal ritmo, dalla velocità di emissione dei suoni e dalla loro durata, il che consente la realizzazione di un alto numero di combinazioni, dunque di “codas”. Talvolta, è stata persino osservata l’aggiunta di un “click” extra alla fine che gli esperti chiamano “ornamento”.

Il capodoglio è il più grande dei cetacei dentati, arrivando fino a 18 metri di lunghezza, oltre ad essere l’animale con il cervello più grande in assoluto. Lo studio del progetto CETI si basa sulle registrazioni dei suoni prodotti da 60 esemplari, dati raccolti tra il 2005 e il 2018 nei Caraibi orientali, in particolare nelle acque che bagnano l’isola di Dominica. I suoni registrati sono poi stati analizzati tramite delle tecnologie avanzate di machine learning.

Dallo studio è emerso quindi che la comunicazione tra capodogli si fonda sulla produzione di combinazioni infinite di piccoli “pezzi”, nello stesso modo in cui il linguaggio umano si basa su combinazioni di suoni e parole. Non è ancora chiaro a cosa corrisponderebbe ciascun set di “click”, se a una lettera, a una parola o a un’intera frase, ha affermato il ricercatore Jacob Andreas. Ciononostante, il fulcro della scoperta è proprio l’esistenza di un sistema combinatorio nel linguaggio di questi animali.

Secondo Taylor Hersh, bioacustico non coinvolto nella ricerca, non è però da escludere che questi suoni non veicolino delle vere e proprie informazioni, seppur esercitando una forte influenza sulle emozioni, come la musica.

Pratyusha Sharma, una degli autori principali dello studio, ha specificato: «Non sappiamo cosa dicano. Stiamo studiando i richiami nel loro contesto comportamentale per capire che cosa potrebbero comunicare i capodogli», ha riportato Al Jazeera. Stando a quanto affermato dal fondatore del progetto CETI, David Gruber, decifrare i complessi sistemi di comunicazione dei capodogli potrebbe portare alla luce analogie con il linguaggio e la società umana.

Non solo, il capodoglio è catalogato come specie “vulnerabile” dall’Unione Internazionale per la conservazione della natura, e conoscere meglio i suoi schemi comunicativi potrebbe aiutare a sviluppare degli approcci più mirati per la sua conservazione, scrive Smithsonian Magazine.

Anna Valle
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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