Il presidente francese Emmanuel Macron annuncia l’invio di aiuti all’Ucraina nella sua lotta contro Mosca. La promessa viene fatta davanti alle telecamere di TeleFrance, poco dopo la celebrazione dell’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, specificando come ci sia un piano per “trasferire” diversi Mirage 2000-5S.
«Domani daremo l’avvio ad una nuova cooperazione ed annunceremo il trasferimento di Mirage 2000, che serviranno l’Ucraina a proteggere i propri cieli», ha spiegato, come riporta Politico. L’impegno, però, non si materializzerebbe solo con l’invio di aerei da combattimento, ma anche col relativo addestramento di piloti ucraini e un’ulteriore addestramento di altre 4.500 unità.
Stando a Le Monde, Macron non avrebbe specificato il numero di Mirage da consegnare, ma starebbe lavorando alla creazione di una coalizione con altri possibili partner. Il progetto potrebbe richiedere diversi mesi di tempo e stando agli analisti è improbabile che la Francia possa impinguare i numeri dell’aviazione ucraina considerato l’esiguo numero di Mirage a disposizione. Sarebbero infatti appena sufficienti a coprire il fabbisogno operativo francese in operazioni come la sorveglianza, la deterrenza e la partecipazione ad altre missioni del Patto Atlantico.
La Dassault Aviation, l’azienda produttrice dei caccia, avrebbe prodotto in totale circa 600 esemplari di Mirage, di cui metà sarebbe stata esportata in vari paesi. Degli esemplari rimasti, solo 24 sarebbero della variante “5S”, compatibile coi missili Mica coi quali la Francia avrebbe rifornito l’Ucraina.
Onde ovviare il problema della produzione, Vlodymyr Zelens’kyj incontrerà il ministro delle Forze Armate Sébastien Lecornu a Parigi il 7 giugno. All’incontro parteciperanno anche i dirigenti delle aziende per la difesa KNDS, Thales, MBDA, Dassault Aviation e Arquus, e firmeranno una lettera di intenti per la creazione di nuove unità, come riporta Defense News.
Anche per quanto riguarda l’addestramento dei 4.500 soldati rimangono alcuni dubbi, come il luogo in cui verrà condotto. Macron, appunto, si è astenuto dal specificarlo, ma ha ribadito l’assenza di addestratori francesi sul suolo ucraino per il momento, come riportato da Reuters.
All’interrogativo se un eventuale addestramento in territorio ucraino possa condurre a una escalation, Macron risponde negando: «La risposta è no. Andare ad addestrare uomini nella parte occidentale, che è una zona libera dell’Ucraina, non costituisce un atto aggressivo verso la Russia». Ha poi proseguito argomentando come impedire all’Ucraina di lanciare attacchi verso le località dalle quali provengono quelli russi è inutile e si sta de facto impedendo al popolo ucraino di difendersi. «Il limite è fissato da ciò che fanno i russi», ha spiegato.