giovedì, 21 Novembre 2024
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Uno studio mostra che gli elefanti potrebbero chiamarsi tra loro per “nome”

Secondo un recente studio, gli elefanti poterebbero rivolgersi ad altri individui della loro specie con richiami arbitrari come dei nomi, il che richiederebbe un certo grado di pensiero astratto

Un gruppo di ricercatori negli Stati Uniti ha recentemente pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution uno studio sulla capacità degli elefanti di comunicare tra loro usando richiami simili a nomi specifici per ciascun esemplare.

Lo studio è stato realizzato a partire dalle registrazioni di 469 vocalizzazioni, raccolte dal 1986 al 2022. I richiami sono stati prodotti da esemplari di elefanti africani selvatici localizzati in Kenya, precisamente nella riserva nazionale di Samburu e nel parco nazionale di Amboseli, riferisce la BBC.

Attraverso un modello di machine-learning, i ricercatori hanno dimostrato che alcune delle vocalizzazioni prodotte – una sorta di “brontolii” – erano indirizzate a individui specifici, motivo per cui possono essere assimilate a dei nomi che identificano un determinato esemplare in maniera esclusiva.

Successivamente, gli studiosi hanno riprodotto le registrazioni di alcuni richiami in presenza degli individui cui si riferivano e che quindi erano presumibilmente identificati con quel “nome”, ottenendo da parte loro delle reazioni positive. Nel dettaglio, all’udire quei richiami gli elefanti hanno assunto un atteggiamento “energico”, dirigendosi verso la fonte dell’audio. Non hanno risposto con altrettanto entusiasmo e attenzione all’udire invece quei richiami non direttamente rivolti a loro.

Questa ricerca «non solo mostra che gli elefanti usano vocalizzazioni specifiche per ogni individuo, ma che riconoscono e reagiscono a un richiamo rivolto a loro, ignorando invece quelli rivolti ad altri», ha affermato il lead author del progetto, Michael Pardo, ecologo comportamentale alla Cornell University.

«Certamente, per rivolgersi l’uno all’altro in questo modo – ha aggiunto Pardo – gli elefanti devono imparare ad associare specifici suoni a determinati individui, e poi usare quei suoni per richiamare l’attenzione dell’individuo in questione, il che richiede una sofisticata abilità di apprendimento e di comprensione delle relazioni sociali», riporta Reuters.

Lo studio ha evidenziato come queste vocalizzazioni simili a nomi vengono realizzate soprattutto dalle madri nei confronti dei loro cuccioli, in particolare per calmarli o controllarli.

In realtà, gli elefanti non sono gli unici animali che producono richiami diretti esclusivamente a specifici esemplari. È il caso, ad esempio, di alcune specie di delfini e di pappagalli, che tuttavia non si servono di suoni arbitrari scelti come “nomi”, come nel caso degli elefanti. Questi animali, infatti, per attirare l’attenzione di altri esemplari riproducono i richiami “firma” che questi ultimi normalmente usano per autoidentificarsi, scrive Smithsonian Magazine.

A questo proposito, Pardo ha spiegato che “rivolgersi a individui con nomi arbitrari – caratteristica specifica anche del linguaggio umano – richiede probabilmente un certo grado di pensiero astratto”.

Non sono ancora stati condotti studi approfonditi relativi ai sistemi di codifica delle informazioni nel linguaggio degli elefanti. Tuttavia, i ricercatori del progetto hanno sottolineato quanto questo metta in luce l’intelligenza di questi animali, sperando di stimolare ancor di più la volontà di proteggerli e conservarli.

Anna Valle
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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