Dall’esterno sembra lo stesso identico museo di sempre, immutato dal 1990 (data nella quale fu inaugurato). Ma all’interno, il Museo Reina Sofía di Madrid è stato interamente riorganizzato.
Il direttore Manuel Borja-Villel ha dedicato l’ultimo anno alla re-ubicazione strategica delle collezioni permanenti, modificando tutti e quattro i piani dell’edificio con il fine di creare una nuova interconnessione tra gli artisti delle opere, i ricercatori, gli storici e il pubblico. Un cambiamento del genere non veniva fatto dal 2010, anno al quale risale l’ultima trasformazione della pinacoteca.
«Un museo pubblico deve cercare di fornire gli strumenti per farci comprendere meglio l’epoca nella quale viviamo», spiega Borja-Villel, mentre espone le motivazioni che si celano dietro le evoluzioni apportate. Il museo è composto da due edifici, chiamati Sabatini e Nouvel, e la suddivisione artistica delle varie aree d’ora in avanti sarà la seguente:
- Piano Terra:
Verrà allestito un nuovo spazio denominato Edificio Sabatini 0, che prevederà 2.000 m2 con 21 sale dedicate alle opere degli anni Novanta, agli artisti istituzionalizzati e alla controcultura postmoderna. Sarà come una sorta di altro museo dentro il museo, che permetterà per la prima volta al Reina Sofía di dar spazio anche alle creazioni più attuali. Sarà qui racchiusa, infatti, tutta l’arte che riconsidera la relazione tra colonialismo e violenza, la cui icona principale sarà quella di Curro, mascotte dell’Esposizione Universale di Siviglia del 1992.
Verrà dedicato invece agli anni 80 il piano terra dell’Edificio Nouvel, che inizia con l’esposizione Documenta della città di Kassel, una delle più importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea europee.
- Piano 1:
Dedicato all’Individualismo, alla collettività, alle opere d’arte provenienti dall’America Latina e alla loro relazione con la Spagna. Nell’Edificio Sabatini 1 ci saranno tutte quelle creazioni che permettono di cogliere l’essenza degli ultimi decenni del XXI secolo. Nell’Edificio Nouvel 1, invece, verranno allestite 10 sale contenenti un centinaio di opere, la maggior parte mai esposte, che ci fanno ripercorrere quelli che erano gli artisti, le tendenze ed il contesto culturale latino-americano dagli anni Cinquanta alla dittatura di Pinochet.
- Piano 2:
Questo sarà il piano contenente tutte le creazioni che sono state fatte dalle prime avanguardie fino alla celebre Guernica di Picasso, l’unico elemento al quale non è stato cambiato il posto. Parliamo di circa 400 opere nazionali e internazionali, che spaziano dal cubismo al surrealismo.
- Piano 3:
Interamente destinato alle esposizioni temporanea.
- Piano 4:
Riservato a tutte le opere i cui temi principali sono l’esilio e l’autarchia. Sarà possibile ripercorrere in questo piano quelle che sono state l’egemonia degli Stati Uniti e la Guerra Fredda, le esposizioni del periodo franchista e la rivendicazione femminista. L’obiettivo di queste 16 sale è quello di guardare al passato senza perdere di vista il presente, perché, come afferma Borja-Villel, «un paese che non conosce la propria storia è condannato a ripeterla».