A più di un anno dalla scomparsa del celebre compositore, direttore d’orchestra e punto di riferimento nel panorama cinematografico italiano in primis ed internazionale poi, il film di Tornatore approfondisce con semplicità e nitidezza la figura di Morricone, guadagnandosi il Nastro d’Argento come miglior documentario del 2022.
La pellicola infatti ripercorre la vita e le opere di Morricone che innanzitutto era un appassionato di musica, uno studioso che ha fatto della musica stessa la sua vocazione, dando inizio alla sua carriera nel mondo del cinema quasi per gioco, e che ha dato il suo contributo in una maniera del tutto personale e nuova per ogni epoca in cui ha composto la propria musica.
Ennio Morricone viene presentato infatti attraverso stralci di interviste che il regista stesso fece al Maestro, ma anche interviste fatte ai suoi più celebri collaboratori e colleghi, come Quentin Tarantino, Springsteen, Bertolucci, Verdone, Hans Zimmer e molti altri.
Il suo ritratto si arricchisce di dettagli meno noti al grande pubblico, come la sua passione per gli scacchi o le intuizioni che hanno portato alla creazione dei suoi successi più conosciuti, come la conversazione con il suo vecchio compagno di scuola, il regista Sergio Leone, in cui nacque l’idea di utilizzare il flauto di Pan come base per la colonna sonora di “C’era una volta in America“, o l’ululato del coyote che gli diede l’ispirazione per il tema del film “Il buono, il brutto e il cattivo“.
Assistendo a questo racconto, si ha la possibilità di condurre un viaggio attraverso la sua produzione, a partire dagli spaghetti-western degli esordi, fino ad arrivare ai successi del cinema hollywoodiano e alle canzoni simbolo degli anni Sessanta italiani, come Sapore di sale o Se telefonando.
Morricone emerge così dall’interno della pellicola definito dalle sinfonie cult, dalle storie e dai personaggi che nel corso degli anni non hanno mai cessato di accomunare generazioni, di suscitare emozioni e dalle colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema italiano, lasciando spazio alla “potenza delle note e alla magia creata da un’icona indimenticabile, la cui musica è sempre stata di straordinaria caratura emotiva ed intellettuale”, come affermato da Hans Zimmer in occasione della sua scomparsa nel 2020.