In Mozambico, quasi la metà delle donne si sposa prima della maggiore età, secondo le Nazioni Unite, e il 22% è vittima di violenze.
La violenza sulle donne è punita da una legge del 2009, la cui applicazione incontra resistenze, soprattutto nelle campagne, e il Paese si colloca al 127° posto nell’indice di disuguaglianza di genere dell’ONU.
Fatima, 18 anni, ha raccontato di essersi sposata forzatamente a 15 anni: “Mio marito mi picchiava ma mia madre mi diceva di restare“. È riuscita ad andarsene solo quando suo marito è finalmente finito in prigione.
Di fronte a questa realtà, la comunità di Manhene ha deciso di farsi carico della situazione con l’incoraggiamento dell’organizzazione non governativa Lemusica, acronimo di “Alzati donna e vai per la tua strada”, che ha lanciato un progetto che ha l’obiettivo di responsabilizzare le donne e sensibilizzare la società alla violenza di genere.
“Prima di iniziare a lavorare con Lemusica, le donne non vedevano la violenza come un’oppressione, bensì come parte di una cultura che, quando qualcuno si sposa, qualsiasi danno fatto loro è considerato normale, perché fa parte della cultura“, afferma Elisa Eduardo, coordinatrice della brigata, aggiungendo che “Prima c’era molta riluttanza da parte degli uomini, ma dopo dieci anni, a forza di parlare, spiegare, sensibilizzare, la violenza è diminuita”.
La loro missione è quella di fermare immediatamente gli aggressori mentre la polizia arriva dalla città, situata a un’ora di distanza su una strada dissestata.
La priorità è educare e sostenere le donne prima di perseguire chi abusa.