venerdì, 26 Aprile 2024
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Brasile: L’estrema destra chiede il colpo di stato

Gruppi di sostenitori del presidente Bolsonaro manifestano contro il risultato elettorale, mentre i lavori per la transizione del governo procedono normalmente

Nelle ultime settimane migliaia di sostenitori del presidente Bolsonaro sono scesi in piazza per manifestare. Riuniti e accampati davanti alle caserme dell’esercito in almeno dodici città del Paese, tra cui Rio de Janeiro, San Paolo e Brasilia, chiedono l’intervento delle forze armate per mantenere Bolsonaro al potere e “salvare il Paese” dal “comunismo”. 

Il rifiuto del presidente uscente di riconoscere la sconfitta e di congratularsi con il suo rivale ha dato speranza agli animi dei suoi sostenitori più radicali. Stando a quanto riportato da El País, la maggior parte degli striscioni e dei cori riportano un solo messaggio: SOS Forze Armate. Invocano, dunque, l’intervento militare per impedire a Lula di governare.

Una dichiarazione congiunta delle Forze Armate e del Ministero della Difesa, pubblicata quasi due settimane dopo le elezioni, pur non mettendo in discussione il risultato elettorale, ha seminato qualche dubbio e dato una patina di legittimità alle proteste golpiste. Nel comunicato la leadership militare afferma che le controversie debbano essere risolte attraverso gli strumenti dello Stato di diritto democratico, riferendosi alle manifestazioni come “pacifiche”.

I manifestanti sono convinti che bisogna leggere tra le righe e promettono di resistere nelle strade, mentre, come riportato da El País, il Partito dei Lavoratori (PT) di Lula ha risposto alla nota dei militari affermando che: “Il diritto di manifestare non si applica agli atti contro la democrazia, che dovrebbero essere chiamati con il loro nome: colpo di Stato, e combattuti. Non sono né pacifici né ordinati“.

Il tutto accade mentre i lavori di transizione del governo procedono normalmente. In occasione della sua prima visita nella capitale per seguire da vicino il passaggio di poteri, il futuro presidente Lula da Silva ha chiesto di indagare su chi siano gli attori che finanziano le manifestazioni, facendo riferimento soprattutto ai blocchi stradali che, nei primi giorni dopo le elezioni, hanno colpito gran parte del Paese.

Difatti, al momento, la Procura ha chiesto la rimozione di Silvinei Vasques dall’incarico del direttore generale della Polizia autostradale, che durante la campagna elettorale ha ripetutamente invitato a votare per Bolsonaro. Sembrerebbe, infatti, che il giorno delle elezioni gli agenti stradali abbiano disobbedito a un ordine del tribunale e abbiano effettuato diversi blocchi stradali in tutto il Paese, rendendo difficile per molti elettori esercitare il proprio diritto di voto.

Secondo quanto riportato da El País, il leader del PT ha commentato: “Le persone che protestano, francamente, non hanno motivo di protestare. Dovrebbero ringraziare Dio che la differenza è stata inferiore a quella che ci meritavamo. Dobbiamo scoprire chi finanzia queste manifestazioni insensate”.

Margherita Santoni
Studentessa della facoltà di Interpretariato e Traduzione
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