giovedì, 21 Novembre 2024
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La Cina riapre le frontiere: addio alla politica zero-Covid

La Cina ha riaperto le frontiere dopo tre anni di restrizioni a causa della pandemia Covid-19 demolendo l’ultimo pilastro della politica zero-Covid

Nella giornata di domenica 8 gennaio 2023, la Cina ha riaperto i suoi confini internazionali per viaggi in entrata e in uscita per la prima volta da quando ha imposto le restrizioni di viaggio nel marzo 2020.

Dunque, dopo tanta attesa, molti viaggiatori hanno iniziato ad affluire nella Cina continentale per via aerea, terrestre e marittima.

Dopo tre anni, la Cina continentale ha riaperto i suoi confini con Hong Kong e posto fine all’obbligo di quarantena per i visitatori internazionali in arrivo e per i suoi cittadini di rientro nel paese. Inoltre, aumenterà i voli tra la terraferma, Hong Kong e Macao.

La revoca delle restrizioni è stata accolta con grande favore da molti cittadini desiderosi di ricongiungersi con le proprie famiglie.

Ad Hong Kong, secondo quanto riporta la BBC, nelle prossime settimane almeno 400.000 persone viaggeranno nella Cina continentale e si prevedono lunghe code per voli verso città come Pechino e Xiamen. 

Nell’ultimo mese, in seguito alle proteste diventate storiche contro la rigida politica zero-Covid, che includeva limiti ai movimenti, blocchi di massa e test frequenti, l’economia cinese è stata danneggiata ed ha subito un rallentamento.

Gli investitori, dunque, sperano che la riapertura dei confini rinvigorisca la seconda economia più grande del mondo, che sta attualmente soffrendo la crescita più bassa in quasi mezzo secolo.

La riapertura dei confini segue l’inizio del “Chun Yun”, il primo periodo di 40 giorni di viaggio per il Capodanno lunare cinese, che prima della pandemia era la più grande migrazione annuale al mondo di persone che tornavano nelle loro città natali per passare le vacanze. Difatti, si prevede che in questa stagione verranno effettuati circa 2 miliardi di viaggi, in ripresa al 70% dei livelli del 2019.

Relativamente alla comunità internazionale, in seguito alla riunione di esperti a Bruxelles non si è trovato un accordo comune sulle misure obbligatorie per tutti. Al momento, ai viaggiatori provenienti dalla Cina verrà richiesto il test obbligatorio da diversi paesi: Francia, Italia, Gran Bretagna, Corea del Sud, Stati Uniti, Germania, Belgio, Svizzera e Grecia.

Inoltre, a causa della nuova ondata di casi Covid in Cina, i viaggi non indispensabili nel paese sono stati fortemente sconsigliati.

In risposta a ciò, l’incaricata d’affari Zheng Xuan dell’Ambasciata cinese a Roma ha affermato che: «tutti i dati condivisi dalla Cina possono dimostrare pienamente che l’attuale situazione epidemica è controllabile».

Pertanto, «l’ultima decisione del governo cinese non è stata costretta dalle numerose proteste ma coincide con una decisione presa in modo autonomo e proattivo» ha aggiunto, secondo quanto riportato sul sito ufficiale dell’Ambasciata.

Sara Grilli
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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