giovedì, 21 Novembre 2024
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Malawi: il colera continua a provocare morti. L’OMS richiede «interventi incisivi»

Circa 37.000 casi di colera registrati in Malawi da marzo 2022. Nonostante l'epidemia continui a mietere vittime, non tutti accettano le cure

L’epidemia di colera più letale mai registrata in Malawi ha causato la morte di 1.210 persone da marzo 2022, ha allertato giovedì l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha inoltre segnalato casi nei Paesi limitrofi e in altre parti dell’Africa, richiedendo, quindi, «interventi incisivi».

Le epidemie di colera si stanno diffondendo in circa 30 paesi del mondo, contro i circa 20 paesi solitamente colpiti. Lo scorso anno ha registrato una riacutizzazione della malattia, in particolare in paesi come il Libano, dove non si manifestava da trent’anni.

Questa situazione eccezionale ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a suggerire un cambiamento nella strategia di vaccinazione, iniettando una dose invece di due per la prima volta da quando, dieci anni fa, i vaccini orali sono stati utilizzati per contenere la malattia.

Secondo quanto riferisce Le Monde, in Malawi il colera è endemico dal 1998, con focolai durante la stagione delle piogge, da novembre a maggio. Ma l’attuale epidemia si è estesa alla stagione secca: sono circa 37.000 i casi segnalati da marzo 2022, secondo l’ultimo bollettino epidemiologico dell’OMS pubblicato presso la sede di Ginevra.

Nel corso del 2022, sono stati registrati circa 80.000 casi e 1.863 decessi in 15 Paesi. Solo nel primo mese del 2023, «ha già raggiunto più del 30% del numero totale di casi registrati nell’intero 2022», afferma l’OMS Africa. Secondo le stime, al 29 gennaio 2023 erano stati segnalati 26.000 casi e 660 decessi in dieci Paesi africani colpiti.

«Se tenderà ad aumentare ancora con questa rapidità, il numero di casi potrebbe superare quello registrato nel 2021, che è stato l’anno peggiore per il colera in Africa in quasi un decennio», stima l’ufficio africano dell’organizzazione.

La maggior parte dei nuovi casi e dei decessi è stata registrata in Malawi, osserva il rapporto, aggiungendo che anche i paesi vicini, in particolare Mozambico e Zambia, hanno denunciato casi di recente. «In Africa orientale, Etiopia, Kenya e Somalia stanno affrontando focolai nel contesto di una grave e persistente siccità». Anche Burundi, Camerun, Repubblica Democratica del Congo e Nigeria hanno segnalato casi.

In Malawi, il 5 dicembre 2022, il governo ha dichiarato l’epidemia «emergenza sanitaria». L’OMS sta assistendo le autorità fornendo kit di trattamento e aumentando la capacità di analisi, ma «con il forte aumento dei casi registrato nell’ultimo mese, si teme che l’epidemia continui a peggiorare in assenza di interventi incisivi», afferma l’organizzazione con sede a Ginevra. «L’accesso all’acqua sicura, ai servizi igienici e all’igiene deve essere migliorato con urgenza», aggiunge.

Secondo l’OMS, uno dei fattori che contribuiscono all’alto tasso di mortalità in alcune aree è la diagnosi tardiva dei casi, in quanto i pazienti si presentano alle strutture sanitarie troppo tardi. Finora sono state vaccinate quasi 3 milioni di persone (vaccino orale). Ma una parte della popolazione malawiana rifiuta le cure in nome di credenze religiose, contribuendo così alla diffusione della malattia.

Gianluigi Micelli
Studente della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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