martedì, 19 Marzo 2024
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La retribuzione minima dei paesi dell’Unione europea nel 2023 tra aumenti e inflazione

Dai 399 euro in Bulgaria ai 2.387 euro in Lussemburgo, quasi tutti i paesi dell’UE registrano nel 2023 un aumento della retribuzione minima, fatta eccezione per la Grecia. Tra tutti, solo cinque superano l’aumento dell’inflazione registrata alla fine dello scorso anno

Per garantire retribuzioni minime “adeguate”, lo scorso anno il Parlamento europeo ha approvato una legge che stabilisce i requisiti minimi per gli Stati membri, attraverso la legislazione nazionale o i contratti collettivi. Secondo quanto riporta RTVE, gli ultimi dati Eurostat, che si riferiscono a una retribuzione minima mensile in 12 pagamenti e non in 14, hanno registrato una minima di 398,81 euro in Bulgaria e una massima di 2.387,4 euro in Lussemburgo. Ai primi cinque posti, in ordine crescente, si collocano Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Germania e Lussemburgo, con importi che superano i 1.900 euro. Seguono Cipro, che ha da poco introdotto un salario minimo di 940 euro, e il Portogallo, con 886,67 euro. Gli ultimi posti, infine, sono occupati da Ungheria, con 578,74 euro e Bulgaria. Dei 27 paesi dell’Unione europea, inoltre, solo 22 compaiono nella tabella dell’Eurostat, poiché Danimarca, Italia, Austria, Finlandia e Svezia determinano la retribuzione minima attraverso la contrattazione salariale collettiva.

A seguito del peggioramento delle prospettive economiche causate dalla guerra in Ucraina, la maggior parte degli Stati membri ha attuato aumenti delle retribuzioni minime per l’anno 2023, fatta eccezione per la Grecia, il cui governo sta ancora valutando un potenziamento tra l’8% e il 10%. Tra tutti, risalta l’aumento della Lettonia, pari al 24%, seguito da quello della Romania, con il 17,57%, della Polonia, con il 16,18% e di Lituania, Ungheria e Germania, il cui incremento si aggira intorno al 15%. Secondo i dati ufficiali dell’Eurostat, inoltre, la Romania ha registrato il più alto tasso di crescita medio annuo nell’ultimo decennio, con un importo minimo quasi quadruplicato, che va da 158 euro nel gennaio 2013 a 606 euro nel 2023. La Lituania, invece, che rappresenta il secondo caso di aumento più evidente, ha registrato un incremento di 550 euro (da 290 euro a 840 euro), mentre in Bulgaria, nonostante l’ultima posizione, l’importo minimo mensile è raddoppiato nell’ultimo decennio.

Nonostante gli evidenti miglioramenti, però, stando ai dati raccolti dall’Eurostat, nel 2023 solo in cinque paesi l’aumento della retribuzione minima è risultato essere maggiore rispetto all’incremento dell’inflazione alla fine dello scorso anno. Di nuovo, Lettonia, Romania e Polonia si posizionano ai primi posti. Tra i paesi che hanno subito la maggior perdita di potere d’acquisto nell’ultimo anno, invece, si collocano l’Estonia, il cui indice di retribuzione minima aumentato del 10,86% non è riuscito comunque a compensare l’inflazione del 19,38% e il Lussemburgo, con una differenza pari a cinque punti percentuali.

Alessia Iermano
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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