Il parco nazionale di Doñana, situato nel golfo di Cadice, tra Huelva e Siviglia, è uno degli ecosistemi più importanti dell’Andalusia per estensione e biodiversità. Grazie all’alto livello di umidità, qui è possibile la convivenza di diversi habitat naturali. Inoltre, la riserva rappresenta un punto centrale per le rotte migratorie di migliaia di uccelli, la cui sopravvivenza dipende proprio dalla buona condizione delle zone umide. Il territorio protetto ospita oltre 40 chilometri di spiagge, lagune e paludi ed è la casa di molte specie di animali in via di estinzione, quali la lince iberica, l’aquila imperiale, l’alzavola marmorizzata o l’anatra dalla testa bianca. Per tutti i motivi appena elencati, nel 1994 il parco è entrato a far parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è riconosciuto come Riserva della biosfera dal 1980.
Ad aprile 2023, il Parlamento dell’Andalusia ha approvato un progetto di legge che prevede l’aumento dell’irrigazione nell’area circostante la riserva naturale. L’iniziativa ha ottenuto l’approvazione grazie ai voti a favore del PP e di Vox, nonostante il monito dell’Unione europea di multare la Spagna, l’opposizione del governo e il rifiuto della comunità scientifica a causa dello stato critico del parco nazionale. Durante l’acceso dibattito parlamentare, Manuel Andrés González, portavoce e presidente del PP di Huelva, ha sostenuto il progetto in difesa del futuro di centinaia di famiglie andaluse, mentre Rafael Segovia, portavoce di Vox, ha sostenuto che a Huelva c’è acqua a sufficienza per consentire l’aumento dell’irrigazione, come riporta El País.
Dall’altro lato, l’UNESCO ha espresso preoccupazione per la proposta di legge e ha avvertito che la sua approvazione mette a serio rischio la biodiversità del parco, minacciando quindi le ragioni che lo hanno reso patrimonio dell’umanità. In aggiunta, il Comitato del Patrimonio Mondiale ha regolarmente messo in guardia dallo sfruttamento eccessivo della falda acquifera e dai potenziali impatti sull’ecosistema, sostenendo che la mancanza di precipitazioni degli ultimi anni e il conseguente «disseccamento delle zone idriche influisce direttamente sulle popolazioni degli uccelli acquatici.» In merito a ciò, in una dichiarazione rilasciata lo scorso mercoledì 24 maggio, l’agenzia delle Nazioni Unite ha affermato che il Comitato prenderà le misure necessarie nella prossima riunione di settembre, indicando come “ultima spiaggia” la possibilità di considerare il sito come patrimonio mondiale in pericolo laddove ce ne sarà bisogno.
La prossima riunione del Comitato si terrà in Arabia Saudita tra il 10 e il 25 settembre e proseguirà l’analisi dello stato di conservazione dell’area protetta, prendendo in considerazione sia il rapporto presentato dalla Spagna sia l’analisi di UNESCO e IUCN.