venerdì, 3 Maggio 2024
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Terzo terremoto in Afghanistan in una settimana

La parte occidentale dell'Afghanistan, Herat, è stata colpita dal terzo terremoto in una settimana

Lo scorso 15 ottobre nella parte occidentale dell’Afghanistan, precisamente a Herat, è avvenuto il terzo terremoto in una settimana, causato dalle placche tettoniche dell’Eurasia e dell’India; ciò ha portato i volontari a dover scavare a mani nude per trovare i superstiti.

Come affermato dalla BBC, la scorsa settimana ci sono state altre due scosse che hanno ucciso più di 1000 persone. L’Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS, dall’inglese United States Geological Survey) ha fornito maggiori dettagli sul recente terremoto che ha colpito il territorio di Herat, la terza città più grande del Paese vicino al confine iraniano, con una magnitudo di 6.3 e una profondità di 6.3 chilometri. Come riportato da Al Jazeera, tale scossa è stata seguita da un ulteriore terremoto di magnitudo 5.5, solo venti minuti dopo la prima. Le scosse hanno ridotto in polvere intere case, troppo fragili per resistere ai sismi. Il Paese, infatti, è spesso colpito da terremoti a causa della vicinanza della catena montuosa dell’Hindu Kush, alla congiunzione delle placche tettoniche eurasiatica e indiana.

Secondo le autorità locali, almeno una persona è morta e 100 persone sono rimaste ferite, la maggior parte sono donne e bambini. Gli abitanti, infatti, dormono in tende fuori dalle proprie case per paura che le loro abitazioni si possano sgretolare e che loro possano rimanere intrappolati tra le macerie; inoltre, le tempeste di polvere che hanno seguito i terremoti hanno aggravato le condizioni di salute dei civili. Le notti si stanno facendo più fredde per gli abitanti costretti a dormire nelle tende, inoltre, panico e paura sono i sentimenti più comuni secondo Hamid Nizami, commerciante di Herat. Inoltre, egli ha aggiunto: «è stata la benedizione di Allah che sia successo durante il giorno, le persone erano sveglie». Migliaia di persone vivono ancora vicino alle macerie delle proprie case perché non hanno nessun posto dove andare e la situazione politica non è d’aiuto. Dal 2021 con la presa del potere dei talebani, dopo il ritiro delle forze statunitensi, gli aiuti umanitari internazionali sono cessati e le condizioni sono sempre più critiche.

Alessia Bianconi
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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