Oltre 200 strutture sanitarie gestite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) hanno cessato di operare in Afghanistan, a riportare l’accaduto è The Guardian. La causa principale di questa grave interruzione risiede nei tagli agli aiuti internazionali annunciati dall’amministrazione Trump.
La decisione, resa pubblica già nel primo giorno di presidenza di Donald Trump, ha colpito duramente il sistema sanitario afghano, già fragile e compromesso da decenni di guerra e povertà. Secondo l’OMS, la chiusura delle cliniche in 28 delle 34 province del Paese sta contribuendo all’escalation di una crisi umanitaria, con un preoccupante aumento dei casi di morbillo, malaria e poliomielite.
Particolarmente colpita è la salute materno-infantile. Molte delle strutture sanitarie fornivano servizi cruciali come vaccinazioni e assistenza al parto. La situazione è ulteriormente aggravata dalle restrizioni imposte dai talebani, che limitano la mobilità delle donne se non accompagnate da un parente maschio, rendendo quasi impossibile l’accesso alle cure mediche per molte di loro.
Secondo l’OMS, oltre un terzo delle cliniche ha chiuso nel nord del Paese, e si prevede che altre 220 strutture chiuderanno entro giugno. Anche altre organizzazioni umanitarie stanno subendo gravi ripercussioni: Save the Children ha chiuso 18 delle sue 32 cliniche, e le rimanenti rischiano di chiudere entro poche settimane. Queste cliniche, solo a gennaio, hanno fornito assistenza a oltre 134.000 bambini.
Ad Herat, un coordinatore di una ONG sanitaria ha raccontato che 23 strutture sono state chiuse, lasciando senza supporto circa 120.000 persone, tra cui 20.000 donne in gravidanza e neomamme. Solo quattro cliniche sono state temporaneamente riaperte grazie a fondi alternativi, ma la maggior parte della popolazione resta priva di assistenza.
La chiusura delle strutture sanitarie sta portando a un deterioramento delle condizioni di salute pubblica. L’OMS avverte che la sospensione degli aiuti statunitensi potrebbe scoraggiare anche altri donatori, peggiorando ulteriormente la situazione.
Il Consiglio Norvegese per i Rifugiati ha già dovuto chiudere due centri di supporto per sfollati, e altri rischiano la stessa sorte. Sebbene molte organizzazioni continuino a operare nel Paese, la sostenibilità delle loro attività è sempre più incerta.
Questa situazione mostra quanto gli aiuti internazionali siano vitali per milioni di afghani. Senza un intervento urgente, l’Afghanistan rischia una crisi sanitaria su larga scala, con conseguenze devastanti per le fasce più vulnerabili della popolazione.