martedì, 6 Maggio 2025
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Viktor Orbán modifica la Costituzione: stretta sui diritti LGBTQ+ e doppia cittadinanza

Il parlamento ungherese approva emendamenti che vietano i Pride e limitano i diritti dei cittadini con doppia nazionalità

Il 14 aprile 2025, il parlamento ungherese ha approvato, con 140 voti a favore e 21 contrari, alcune modifiche costituzionali che limitano i diritti delle persone LGBTQ+ e introducono nuove disposizioni riguardanti i cittadini con doppia cittadinanza. Secondo quanto riferito dalla BBC, il governo guidato da Viktor Orbán giustifica queste decisioni con l’obiettivo di «proteggere lo sviluppo fisico e morale dei bambini».

Una delle conseguenze più immediate sarà il possibile divieto di manifestazioni pubbliche della comunità LGBTQ+, come i Pride. Già nel mese precedente, era stata approvata una legge che vietava formalmente le marce dell’orgoglio ritenute «dannose per i minori». Il premier ungherese aveva allora commentato: «Non permetteremo all’ideologia woke di mettere in pericolo i nostri figli».

Le nuove disposizioni consentiranno inoltre al governo di sospendere temporaneamente la cittadinanza ungherese dei cittadini con doppia nazionalità considerati una minaccia per la sicurezza o la sovranità nazionale. Il partito di maggioranza, Fidesz, ha indicato che la misura sarebbe rivolta a chi finanzia dall’estero organizzazioni non governative, media indipendenti o partiti politici. Secondo molti osservatori, si tratterebbe di un riferimento indiretto a George Soros, il filantropo ungherese-statunitense frequentemente attaccato dalla retorica di Orbán.

Come riportato dalla BBC, diversi manifestanti si sono riuniti davanti al Parlamento per protestare contro gli emendamenti, definiti da numerosi attivisti per i diritti civili come un «momento chiave nel processo di allontanamento dell’Ungheria dai principi democratici». Il deputato dell’opposizione David Bedo, del partito Momentum, ha dichiarato: «Non si tratta solo del Pride, ma di qualsiasi manifestazione organizzata dall’opposizione. È solo il primo passo di una campagna annuale che vedrà altre leggi contrarie alla democrazia».

Zoltán Kovács, portavoce del governo, ha invece difeso le modifiche, descrivendole su X come una «tutela costituzionale contro le influenze ideologiche che minacciano il benessere dei bambini».

Intanto il panorama politico ungherese si sta evolvendo: i sondaggi danno in testa il nuovo partito di centrodestra Tisza, fondato dall’ex esponente di Fidesz Péter Magyar che ha rotto con Orbán nel febbraio 2024. Il governo sembra intenzionato a metterlo in difficoltà spingendolo a esporsi a favore del Pride per indebolirlo agli occhi dell’elettorato conservatore, ma finora Magyar non ha ceduto alla provocazione.

Carla Cuarto
Studentessa del Corso di Laurea in Economia e Management
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