domenica, 4 Maggio 2025
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La Germania dichiara l’AfD partito di estrema destra

L’intelligence interna classifica Alternativa per la Germania come minaccia alla democrazia riaccendendo il dibattito sulla legalità del partito

Il 2 maggio 2025, l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) ha ufficialmente classificato il partito Alternativa per la Germania (AfD) come “organizzazione di estrema destra accertata”. Questa decisione è il risultato di un’indagine approfondita, documentata in un dossier di oltre mille pagine.

Secondo il BfV, la visione etnico-razziale promossa dall’AfD contrasta con l’ordine democratico e libero garantito dalla Legge fondamentale. L’agenzia, responsabile sia del controspionaggio sia delle indagini sulle minacce terroristiche, denuncia l’esclusione sistematica dei cittadini con origini migratorie, in particolare da Paesi a maggioranza musulmana, dal concetto stesso di nazione tedesca. La relazione dell’intelligence afferma che il partito ha usato un linguaggio che “vilifica” interi gruppi di persone, come evidenziato dalla CNN.

La classificazione di “organizzazione estremista” non comporta automaticamente lo scioglimento del gruppo politico, ma consente alle autorità di attivare misure investigative straordinarie, come l’uso di informatori e intercettazioni, previo controllo giudiziario. «Ora è nero su bianco ciò che tutti già sapevano», ha commentato la vicepresidente della SPD, Serpil Midyatli, aggiungendo che un divieto del partito dovrebbe essere preso seriamente in considerazione.

L’AfD, che ha ottenuto il 20,8% dei voti e 152 seggi nel Bundestag durante le elezioni federali di febbraio 2025, è ora la seconda forza politica della Germania. Questo ha riacceso il dibattito sulle modalità di interazione con il partito nell’ambito istituzionale, soprattutto con l’avvicinarsi della nomina di Friedrich Merz a cancelliere, leader della coalizione di governo che include anche il partito Socialdemocratico (SPD), come riporta la BBC.

Tuttavia, l’iter per un’eventuale messa al bando dell’AfD è complesso. La Costituzione prevede che sia il Bundestag, il governo federale o la Corte costituzionale a promuovere tale procedura, che in passato non ha avuto successo nemmeno contro movimenti neonazisti minoritari.

I co-leader dell’AfD, Alice Weidel e Tino Chrupalla, hanno reagito duramente, parlando di “colpo grave alla democrazia” e denunciando una manovra politica per danneggiare il loro partito in vista di un possibile cambiamento di governo. Secondo Politico, hanno inoltre annunciato ricorso legale.

Nel frattempo, politici come il cancelliere uscente Olaf Scholz hanno esortato alla cautela. Scholz ha sottolineato che decisioni affrettate o troppo rapide potrebbero finire per rafforzare l’AfD, raccomandando una valutazione attenta della classificazione.

Alla luce di questi sviluppi, la Germania si trova ora di fronte a una domanda cruciale: come difendere la democrazia senza compromettere i principi fondamentali che essa stessa tutela?

Alessia Gjuzi
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale all'Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT)
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