venerdì, 22 Novembre 2024
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KFC accusata di spreco alimentare dall’Associazione Consumatori cinese

KFC è stata duramente criticata dalla Associazione dei Consumatori cinese per avere causato spreco alimentare in Cina a seguito dell’introduzione della nuova promozione maturata per il 35° dell’azienda nel Paese

Da mercoledì 12 gennaio, la catena di fast food Kentucky Fried Chicken, meglio conosciuta con l’acronimo KFC, è stata presa di mira dai media statali cinesi e dall’organismo nazionale di controllo dei consumatori supervisionato dal governo, China Consumers Association (CCA), per aver promosso una campagna pubblicitaria che comporta un notevole spreco alimentare in quanto consente ai clienti di ricevere casualmente, con i loro pasti, giocattoli gratuiti in edizione limitata. 

Nello specifico, la promozione prevede una linea di figurine per bambini, collocate all’interno delle cosiddette “scatole misteriose”: i clienti che desiderano avere una possibilità per il set completo di bambole, devono acquistare almeno sei pasti, secondo il volantino pubblicato dall’account ufficiale di KFC.

I giocattoli si sono rivelati molto popolari, infatti, secondo la CCA, i dati mostrano che determinati clienti, solo per poter ottenere i giocattoli, ne pagano altri per mangiare; alcuni, semplicemente, buttano via il cibo che non riescono a finire e che diverse persone hanno persino acquistato più di 100 pasti in una volta, spendendo quasi 10.500 yuan (circa 1.440 euro), nel tentativo di raccogliere l’intera linea.

La China Consumers Association ha dichiarato che questa promozione sta chiaramente «causando inutili sprechi alimentari a causa di acquisti eccessivi», sottolineando che l’anno scorso, per prevenire lo spreco alimentare, il governo cinese ha implementato nuove misure, esortando pure le aziende a dare una mano. A testimonianza di ciò, nel 2021, il governo cinese ha presentato un “piano d’azione” che incoraggia le persone a non ordinare più cibo di quello di cui hanno bisogno e a denunciare che i ristoranti sprecano le scorte.

Inoltre, l’associazione ha anche criticato KFC per quello che ha descritto come depredare “l’irrazionalità dei consumatori” per incoraggiarli a comprare più pasti, «che va contro l’ordine pubblico, i buoni costumi e lo spirito della legge». Ha esortato, oltre a ciò, i consumatori a «non essere indotti o indotti in errore in un consumo eccessivo».

Mercoledì, i media statali cinesi si sono aggiunti a questa critica, in quanto diversi punti vendita hanno coperto le critiche contro KFC. In un breve editoriale, ChinaNews.com, la seconda più grande agenzia di stampa della Repubblica Popolare Cinese, ha definito la mossa della catena “senza cervello”. «Non c’è niente di sbagliato nel marketing aziendale», ha scritto, però, “quando si pianificano le strategie di marketing, gli operatori della ristorazione dovrebbero evitare possibili sprechi».

KFC ha recentemente presentato la sua campagna per celebrare il 35° anno del franchise nel paese. In Cina, l’azienda è di proprietà di Yum China, una società cinese quotata sia negli Stati Uniti, sia ad Hong Kong che gestisce anche altre due catene di fast food Taco Bell e Pizza Hut. Yum China non ha risposto ad una richiesta di commento.

Laura Ponte
Studentessa della Facoltà di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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