domenica, 24 Novembre 2024
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“Come Back From Ukraine Alive”

La hotline istituita dal ministero dell'Interno ucraino si sta rivelando uno strumento umanitario fondamentale in queste ore

Alla luce degli avvenimenti delle scorse settimane, giunge la notizia che il governo ucraino ha messo a disposizione dei cittadini una hotline creata con uno scopo preciso: fornire, per quanto possibile, notizie sulla posizione e sullo stato di salute di soldati, in prevalenza russi, di cui le rispettive famiglie non abbiano notizie da tempo.

I gestori della hotline hanno affermato di aver ricevuto chiamate fin dall’inizio del conflitto, dal momento in cui hanno smesso di avere aggiornamenti sui propri familiari al fronte, le cui ultime notizie, nella maggior parte dei casi, riguardavano la loro partenza per un’esercitazione militare, risalenti al 22 o 23 febbraio scorsi.

In un momento in cui le comunicazioni in entrata e in uscita dalla Russia diventano sempre più difficoltose, la hotline creata dal governo di Kiev fornisce informazioni di vitale importanza ai familiari di quei soldati russi che in molti casi, non sapevano nemmeno precisamente cosa li aspettasse, una volta oltrepassato il confine ucraino.

Di natura simile, i canali Telegram collegati al governo ucraino nati per assolvere allo stesso scopo, chiamati “Find your missing” o “Ishi Svouik”, in russo, sui quali vengono costantemente condivise informazioni sui soldati russi catturati, uccisi o feriti che combattevano in Ucraina, di cui siano stati ritrovati passaporti, nomi, piastrine identificative o di cui si abbiano informazioni riguardo alla posizione o all’unità militare di appartenenza.

A fare da tramite tra i soldati russi e le loro famiglie, anche moltissimi cittadini ucraini di cui girano sui media testimonianze video e foto in questi giorni, che forniscono aiuto ai soldati russi catturati, dando loro se possibile, cibo e acqua, e permettendo loro di contattare le proprie famiglie, quanto meno per far loro sapere di essere vivi.

La hotline, è pensata per fornire risposte, ma solleva anche la consapevolezza, da entrambe le parti, sull’impatto umano di questo conflitto, come si evince dalle scuse che molti familiari o soldati russi rivolgono agli ucraini con cui entrano in contatto.

Francesca Nardella
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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