domenica, 24 Novembre 2024
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I bambini italiani non avranno più automaticamente il cognome del padre

La sentenza "storica" della Corte Costituzionale italiana emessa il 27 aprile è una svolta per lo Stato italiano

Lo scorso mercoledì 27 aprile la Corte Costituzionale italiana ha emesso una sentenza da molti definita d’importanza storica, in cui sono state dichiarate illegittime tutte le norme che assegnavano ad un neonato il cognome del padre in modo automatico.

Di conseguenza la sentenza in questione modifica lo stato attuale delle cose, pertanto in assenza di ulteriori specificazioni da parte dei genitori, al neonato verrà assegnato automaticamente il cognome di entrambi, consentendo comunque ai genitori di scegliere se attribuire al bambino il cognome di entrambi o solo di uno dei due, che non sia quindi necessariamente quello del padre.

La pratica vigente fino a prima della sentenza infatti, è stata definita dalla Corte «discriminatoria e lesiva per l’identità del minore», mentre la sentenza del 27 aprile ribalterebbe decenni d’impostazione familiare di stampo patriarcale, oltre a rendere de facto la donna più partecipe del processo decisionale all’interno della famiglia stessa.

Affinchè la sentenza diventi efficace erga omnes, è necessaria però una nuova legislazione del Parlamento.

Elena Bonetti, il Ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, ha affermato in un post su Facebook che il governo s’impegna a sostenere a pieno il Parlamento in favore di questa decisione della Corte Costituzionale.

Uno dei principali casi che ha portato la Corte ad agire in tale direzione è stato quello di una famiglia di Potenza che aveva tre figli con cognomi diversi, in quanto due di loro portavano il cognome della madre non essendo stati inizialmente riconosciuti dal padre, mentre la figlia più piccola, nata dopo il matrimonio dei due, aveva di diritto il cognome del padre, e ciò comportava per loro un’importante questione di identità familiare.

Finora infatti, in Italia il cognome della madre poteva essere attribuito ad un neonato soltanto nel caso in cui si trattasse di una madre sola, o comunque nel caso in cui il padre non volesse assumersi legalmente la tutela del bambino.

Questa sentenza quindi, ha il potenziale di garantire ad entrambi i genitori uguali diritti e responsabilità all’interno della famiglia, ovviando a questo fattore di discriminazione per la donna nella società italiana.

Francesca Nardella
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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