sabato, 23 Novembre 2024
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Nigeria: Boko Haram semina terrore nella regione del nord-est

Il gruppo jihadista Boko Haram ha attaccato sabato 24 dicembre un gruppo di pastori nello stato di Borno, regione del nord-est della Nigeria. Almeno 17 le vittime

Sabato 24 dicembre si è verificato l’ennesimo attacco terroristico da parte di Boko Haram, gruppo jihadista nigeriano che controlla parte del nord-est del Paese. L’ultimo attacco è avvenuto nel villaggio rurale di Airamne, nel distretto di Mafa, dove sono morti almeno 17 pastori.

Secondo le dichiarazioni di Babakura Kolo, leader di una milizia locale, riferite da Africa News, i pastori hanno opposto resistenza, ma alla fine hanno prevalso i combattenti di Boko Haram perché meglio equipaggiati. Il gregge dei pastori è poi finito nelle mani dei jihadisti.

I jihadisti hanno organizzato l’attacco facilmente, in quanto nell’ultimo periodo hanno guadagnato terreno nella regione del nord-est, occupando i campi intorno alla foresta Gajiganna.

Per gli abitanti, soprattutto pastori e agricoltori, la situazione è insostenibile. Essi sono l’obiettivo privilegiato dei gruppi jihadisti locali, perché facilmente vulnerabili e ricattabili. Se si rifiutano di pagare una tassa per il pascolo nel territorio controllato dalle milizie jihadiste, rischiano la morte. Inoltre, vengono spesso considerati spie dell’esercito nigeriano o dei gruppi armati locali.

Il controllo governativo dell’area è a rischio, di fatti si verificano spesso scontri tra Boko Haram e lo Stato Islamico dell’Africa occidentale, branca jihadista distaccatasi da Boko Haram nel 2016 e diventata il gruppo più potente nella regione.

Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, la violenza jihadista ha ucciso oltre 40 mila persone e provocato oltre 2 milioni di profughi nella regione del nord-est della Nigeria a partire dal 2009. Gli scontri tra i due gruppi terroristici hanno esacerbato la crisi securitaria nel Paese e non solo. Infatti, le violenze si sono diffuse anche in Ciad, Niger e Camerun.

Da parte sua, l’esercito nigeriano fatica ad adottare delle strategie efficaci di contro insorgenza e ad acquisire credibilità per la popolazione. La pubblicazione di un report di Reuters su un programma di aborti forzati nei confronti delle vittime di Boko Haram getta un’ombra negativa proprio sull’esercito nigeriano, in quanto sembrerebbe il responsabile del progetto.

In base al report, si sarebbero verificate almeno 10 mila interruzioni forzate di gravidanza dal 2013. L’esercito, tuttavia, ha dichiarato di non avere nulla a che fare con questo programma, definendolo «illegale e abominevole» e aggiungendo che il «compito dei soldati è quello di proteggere le vite, non eliminarle».

Al momento il governo nigeriano non ha rilasciato dichiarazioni, per cui l’apertura di un’inchiesta non sembra probabile. Inoltre, il 25 febbraio si terranno le elezioni per eleggere un successore all’attuale Presidente Muhammadu Buhari, ormai al termine dei suoi due mandati.

Sara Oldani
Studentessa di Investigazione, criminalità e sicurezza internazionale
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