Dopo sedici mesi di indagini, e svariati controlli da parte dell’antitrust, sarebbe stato appurato che le due note multinazionali Amazon e Apple avrebbero collaborato ad azioni volte alla restrizione del mercato, violando in questo modo le disposizioni dettate dalle norme dell’Unione Europea in merito alla libera concorrenza.
Apparentemente ci sarebbe stato un accordo risultante in una limitazione operata nei confronti del mercato italiano, ad esclusivo beneficio di alcuni rivenditori selezionati e, per tanto, contraria alle normative che evitano questo tipo di concorrenza indiscriminata.
I due brand avrebbero svolto azioni causanti l’esclusione dal mercato di tutti quei rivenditori non affiliati ad Apple, riservando la vendita dei marchi Apple e Beats alla stessa e ad alcuni rivenditori autorizzati (circa 20 complessivamente). Tutti quei rivenditori considerati quindi “indipendenti” sono stati per tanto bloccati.
L’indagine cominciò il 14 Luglio 2020, scaturita da una denuncia da parte di uno degli esclusi, che ha destato sospetti ed ha portato quindi a tali riscontri.
Il risultato finale delle indagini per Apple è stata quindi una multa da $ 151,32 milioni e per Amazon ulteriori $ 77,29 milioni, seguiti dall’intimazione di terminare immediatamente le restrizioni operate e di concedere agli altri rivenditori un accesso “non discriminatorio” al mercato.
Entrambe le multinazionali hanno presentato ricorso, sostenendo che l’importo della multa sia sproporzionato e aggiungendo inoltre che non viene tratto vantaggio alcuno in quanto il modello di business implementato fino ad ora è del tutto imparziale e non è stata svolta alcuna azione negativa a danno di altri, le uniche azioni svolte sarebbero state pensate per limitare la contraffazione dei prodotti e quindi la circolazione di falsi.
Apple affermerebbe inoltre che solamente con una simile solida collaborazione venga aumentata la sicurezza del cliente finale in quanto maggiore la garanzia di autenticità dei prodotti stessi.
In un mondo globalizzato, nel quale spesso è difficile verificare l’autenticità di un prodotto, c’è un costante lavoro di produzione e di verifica della produzione, per garantire al cliente un acquisto sicuro e valido.
L’antitrust italiana non ha ritenuto fondate le argomentazioni difensive poste da entrambe le multinazionali, e ha valutato quindi l’accordo contrario alle norme europee in quanto limitante anche nel commercio tra Stati Uniti e Ue, ancora più pesante visto il contesto pandemico attuale.
Obbligatorio quindi il non ripresentarsi di tale situazione in futuro, intimato dalla stessa autorità che ha svolto il controllo, a tutela dei consumatori italiani.