sabato, 23 Novembre 2024
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Il Ministro israeliano Benny Gantz si dimette dal gabinetto di guerra

Gantz abbandona il governo di emergenza. Netanyahu mantiene la maggioranza, ma l’evento segna un duro colpo per la leadership israeliana

Benny Gantz ha annunciato domenica 9 giugno le sue dimissioni dal governo di emergenza israeliano presieduto dal Primo ministro Benjamin Netanyahu. Gantz, ex Ministro della Difesa e leader del principale partito di opposizione, il Partito di Unità Nazionale, si era unito al gabinetto di guerra formato l’11 ottobre 2023, a quattro giorni dallo scoppio del conflitto contro Hamas.

Il 18 maggio Gantz aveva lanciato un ultimatum a Netanyahu: la sua coalizione avrebbe abbandonato il governo l’8 giugno se questo non avesse raggiunto sei obiettivi fondamentali, riferisce il Jerusalm Post. Tra questi, liberare gli ostaggi rapiti il 7 ottobre, distruggere Hamas e soprattutto elaborare un piano di gestione della Striscia di Gaza una volta terminato il conflitto.

La data di scadenza dell’ultimatum è stata posticipata di un giorno a causa della liberazione di quattro ostaggi israeliani sabato 8 giugno.

Gantz ha dichiarato: «Netanyahu ci impedisce di avanzare verso una reale vittoria», riporta la CNN. «Ecco perché oggi stiamo lasciando il governo di emergenza con il cuore pesante ma intatto».

Il Primo ministro Netanyahu non ha approvato la scelta di Gantz. «Non rinunciare all’unità», ha affermato nel tentativo di convincere l’opposizione dell’importanza di rimanere uniti in un periodo critico per la nazione.

Poiché il Partito di Unità nazionale non faceva parte della coalizione di Netanyahu – che già deteneva la maggioranza con 64 seggi alla Knesset – e si era unito solo alla luce del conflitto, adesso il governo non è a rischio.

Tuttavia, in questo modo l’unica rappresentanza nell’esecutivo sarà quella del Likud, tanto che il Primo ministro ha lanciato un appello alle altre forze politiche affinché si uniscano per “assicurare la salvezza dei nostri cittadini”.

Inoltre, la dipartita di Gantz e della sua alleanza di Unità nazionale segnalano scricchiolii strutturali che potrebbero essere recepiti sia dal panorama domestico che da quello internazionale, danneggiando ulteriormente la posizione di Israele e la legittimità del governo in carica.

Alla luce dello stallo dei negoziati per un cessate il fuoco, il Presidente statunitense Biden ha affermato che Netanyahu trarrebbe beneficio dalla continuazione del conflitto. Prolungare la guerra, infatti, gli consentirebbe di posticipare il suo fallimento politico, nonché eventuali confronti con le corti internazionali.

A questo proposito, domenica Gantz – favorevole al piano di cessate il fuoco per la liberazione degli ostaggi – ha accusato Netanyahu di anteporre le sue considerazioni politiche personali a una strategia per la Striscia di Gaza.

Secondo l’ex diplomatico israeliano Alon Pinkas, in principio la decisione di Gantz di unirsi al gabinetto di guerra è stata dettata dalla volontà di bilanciare un governo interamente di estrema destra. Ma la decisione di uscirne sarebbe determinata dal timore di perdere la sua popolarità se dovesse allinearsi con Netanyahu e le sue scelte sempre meno condivise.

Gantz si è scusato con le famiglie degli ostaggi, assumendosi parte delle responsabilità. Inoltre, già ad aprile il Ministro aveva proposto di anticipare le elezioni a settembre, per far sì che la società israeliana “rinnovi il contratto con la sua leadership”, riferisce ancora la CNN.

Anna Valle
Studentessa di Investigazione, Criminalità e Sicurezza internazionale
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