venerdì, 29 Marzo 2024
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Evergrande: il gigante immobiliare cinese non paga i suoi debiti

Il gigante immobiliare cinese Evergrande, la cui passività supera i 300 miliardi di dollari, non è stato in grado di pagare gli interessi agli investitori internazionali. Per questo motivo Fitch Ratings – un’agenzia che valuta il rischio finanziario delle aziende – ha ufficializzato il default della società. La crisi ha spaventato gli investitori che temono possa coinvolgere anche i settori immobiliare e bancario cinesi, oltre al rischio di devastare la seconda economia mondiale.

Nel mese di dicembre, Evergrande avrebbe dovuto rimborsare gli interessi per circa 1,2 miliardi di dollari in prestiti internazionali. Tuttavia, le somme non sono state ancora trasferite. Fitch ha affermato di aver contattato Evergrande per il mancato pagamento, senza ricevere alcuna risposta. In una dichiarazione, la società cinese ha confermato di non poter garantire di «adempiere ai propri obblighi finanziari», facendo crollare il prezzo delle sue azioni di quasi il 90%. Le autorità del Paese finora hanno minimizzato i rischi. «La leadership cinese sta cercando di portare la calma, ma le circostanze che circondano Evergrande sollevano seri interrogativi riguardo la gestione del presidente Xi Jinping sull’economia nazionale», ha affermato Craig Singleton, membro del Programma cinese presso la Foundation for Defense of Democracies, un istituto di ricerca con sede a Washington, DC.

L’uomo d’affari Hui Ka Yan ha fondato Evergrande nel 1996 a Guangzhou, nel sud della Cina. Una volta il signor Hui era la persona più ricca dell’Asia e, nonostante abbia vista la sua ricchezza precipitare negli ultimi mesi, possiede un patrimonio di oltre 10 miliardi di dollari, secondo la rivista inglese Forbes. Attualmente la società possiede 1.300 progetti in più di 280 città in tutta la Cina e comprende non solo il semplice sviluppo immobiliare: le sue attività spaziano dalla gestione patrimoniale alla produzione di auto elettriche, alimenti e bevande. Possiede persino una delle più grandi squadre di calcio del Paese: il Guangzhou FC.

Xi Jinping, Presidente della Repubblica Popolare Cinese. Fonte Wikimedia Commons.

Per espandersi e diventare una delle più grandi aziende cinesi, Evergrande ha preso in prestito oltre 300 miliardi di dollari, e adesso sta lottando per far fronte al pagamento degli interessi sui suoi debiti. Sono diverse le conseguenze di questa tragica situazione, in particolare il forte impatto sul sistema finanziario del Paese: se Evergrande fallisce, le banche e altri istituti di credito potrebbero essere costretti a garantire meno prestiti. Questo porterebbe ad una stretta creditizia – un calo significativo dell’offerta di credito al termine di un prolungato periodo espansivo – e sarebbe una pessima notizia per la seconda economia mondiale: le aziende avrebbero difficoltà a crescere senza prestiti e, in alcuni casi, non sarebbero in grado di continuare ad operare; inoltre, gli investitori stranieri vedrebbero la Cina come un luogo meno attraente in cui investire. Da non sottovalutare che il settore immobiliare e le industrie correlate rappresentano fino al 30% del PIL nazionale.

Benedetta Pulcini
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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