lunedì, 11 Novembre 2024
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Lo swahili potrebbe diventare una lingua per tutta l’Africa?

Lo swahili è una lingua originaria dell’Africa orientale e con più di 200 milioni di parlanti è tra le prime 10 lingue parlate in tutto il mondo. Ad oggi, molti africani vorrebbero che diventasse la nuova lingua franca del continente

Secondo quanto riportato dalla BBC, lo swahili è sempre più studiato e utilizzato in molti paesi dell’Africa in cui la necessità di parlare una lingua comune si fa sempre più forte. La studentessa ganese Annabel Naa Odarley Lankai, di ventitré anni, afferma infatti che è arrivato il momento di andare oltre la lingua dei colonizzatori e che l’Africa dovrebbe avere una lingua creata dagli africani e per gli africani.

Lo swahili e i suoi dialetti sono diffusi in molte parti del continente africano: dalla Somalia al Mozambico, fino ad arrivare alle zone occidentali della Repubblica Democratica del Congo. Tuttavia, Lankai ha imparato lo swahili all’Università del Ghana nella capitale Accra, che si trova a ben 4.500 chilometri dal luogo di nascita della lingua, ovvero nei territori costieri del Kenya e della Tanzania. Questo potrebbe dare effettivamente un’idea del viaggio compiuto da questa lingua e dall’importanza che sta acquisendo, anche grazie alla risonanza mediatica che riceve da cantanti che la utilizzano, come il tanzaniano Diamond Platnumz.

L’importanza dello swahili, tuttavia, non nasce in questi ultimi tempi; esso ha un passato significativo: contiene circa il 40% di vocaboli provenienti dall’arabo grazie agli scambi commerciali che gli arabi effettuavano sulla costa est dell’Africa. In seguito, è stato ufficializzato come lingua ufficiale nell’amministrazione e nell’istruzione dalle colonie tedesche e britanniche negli ultimi anni del XIX e nella prima parte del XX secolo.

Attualmente, lo swahili è stato adottato come lingua ufficiale di lavoro dall’Unione Africana e come lingua ufficiale dalla Comunità dell’Africa orientale. Nel 2019 è diventato l’unica lingua africana ad essere riconosciuta dalla Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale e poco tempo dopo ha iniziato ad essere insegnato nelle scuole del Botswana e del Sud Africa. Inoltre, l’Università di Addis Abeba ha recentemente comunicato di voler introdurre l’insegnamento della lingua in questione.

Alcuni linguisti prevedono che col passare del tempo lo swahili diventerà uno strumento di comunicazione per molte persone in tutta l’Africa, perché saranno in molti a volere un modo comune di comunicare.

L’idea dello swahili come lingua che potesse unire il continente, tra l’altro, non è nuova; già nel 1960 il presidente della Tanzania Julius Nyerere ha utilizzato lo swahili come strumento di unificazione del paese dopo la sua indipendenza.

Nonostante ciò, le lingue europee continuano ad avere una forte ingerenza in molti paesi dell’Africa, in particolare il francese e l’inglese; quest’ultimo viene ancora considerato, secondo Chege Githiora, un professore linguista in Kenya, la lingua del potere politico ed economico.

Lo swahili potrebbe essere quindi nel prossimo futuro una lingua di unione, sebbene dovrà cercare di farsi spazio nelle regioni del nord e dell’ovest dove dominano le lingue higbo, hausa e yoruba.

Megan Manduca
Studentessa della Facoltà di Interpretariato e Traduzione
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